Altro ok dal Parlamento Ue al “Farm to Fork”. Confagricoltura: “La politica dia innovazione e ricerca, non divieti”

Scritto da il 27 Ottobre 2021

 

Il Parlamento Europeo fa un altro passo in direzione del “Farm to Fork”. E’ questo il risultato del voto espresso pochi giorni fa dalla sessione plenaria di Strasburgo, che con 452 sì, 170 no e 76 astensioni ha accolto favorevolmente le nuove strategie che indirizzeranno l’agricoltura europea a partire dal 2023.

Nel testo approvato dagli eurodeputati (si tratta, va detto, di una risoluzione non legislativa, ma comunque indicativa) sono diversi i passaggi controversi, in primis quello legato alla maggiore sostenibilità della filiera alimentare, che dovrà essere accompagnata da un equo profitto garantito agli agricoltori. Tutto questo però collide con altre esigenze della futura Pac, legate al contrasto al consumo eccessivo di carne o alla riduzione sostanziale dei prodotti fitosanitari da utilizzare, senza dimenticare ovviamente la richiesta, entro il 2030, di un aumento corposo delle superfici destinate alle coltivazioni biologiche.
«Prendiamo atto della posizione del Parlamento Ue sul “Farm to Fork” – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – ma resta un problema, grave, di fondo. L’Europa non ha ancora commissionato uno studio sull’impatto che tali norme potrebbero avere sul settore agricolo, e questo a nostro avviso è fondamentale. Con l’attuale linea d’azione andiamo spediti verso una riduzione delle produzioni, che non si accompagnerebbe a significativi miglioramenti per l’ambiente, dal momento che il nostro paese, e gran parte dell’Europa, diventerebbe ancora più dipendente dalle importazioni dall’estero». Per raggiungere gli obiettivi climatici «non occorre, come ha dichiarato l’eurodeputato Herbert Dorfmann, portare indietro di 50 anni le lancette dell’agricoltura europea – prosegue Cortesi – bensì puntare su innovazione, ricerca e tecnologia. L’agricoltura è il settore che più di ogni altro contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici. Alla politica dico: dateci gli strumenti giusti, non i divieti, e lo faremo ancora di più».


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