Vangelo della domenica, la riflessione del Vescovo Francesco Cavina: “Una nuova vita nasce dall’incontro con Cristo”

Scritto da il 6 Dicembre 2020

Riportiamo di seguito la riflessione di domenica 6 dicembre 2020, seconda domenica di Avvento, del Vescovo Emerito di Carpi Francesco Cavina:

“La Liturgia della Parola, in questa seconda domenica di Avvento, ci chiede di metterci in ascolto del  profeta Isaia e di Giovanni Battista.

Domenica scorsa abbiamo ricordato che tre sono le venute di Cristo. Ebbene, oggi, apprendiamo che entrambe queste venute hanno dei precursori. Il profeta Isaia e Giovanni il Battista lo sono stati per la prima venuta del Figlio di Dio, quando si è presentato al mondo nell’umiltà della nostra carne, testimoniando, in tal modo, l’amore folle di Dio per l’umanità.

Isaia ha annunciato la venuta del Signore da molto lontano. Tuttavia, con il suo messaggio pieno di consolazione ha contribuito a mantenere viva l’attesa di generazioni e a rianimare la speranza e la fiducia del popolo ebraico, che viveva in mezzo a tribolazioni e sofferenze. “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza…Come un pastore egli fa pascolare il gregge…”. Giovanni Battista, invece, è stato colui che ha annunciato la venuta imminente e in atto del Signore: “Viene dopo di me uno che è più forte di me…”, “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,19).

La luna, gli astri, i segni nel cielo saranno i precursori dell’ultima venuta di Cristo, quella nella maestà della sua gloria. Quando il Signore tornerà, noi lo vedremo faccia a faccia e verremo giudicati sulla nostra vita terrena. Potremo presentarci con serena fiducia davanti a Lui se, con amore e vigilanza, avremo conservato nel cuore le sue parole per cambiare “i nostri affetti e i nostri costumi” (San Bernardo di Chiaravalle) così da non  offenderlo con il peccato (cfr Sal 118,11). Se così sarà, ci farà entrare nei “nuovi cieli” e nella” terra nuova, dove abita stabilmente ed in pienezza la vita, la giustizia, la pace, l’amore.

Ma Cristo non comparirà solo alla fine dei tempi. Egli viene anche oggi per offrire a tutti gli uomini il dono della salvezza, cioè la possibilità di godere, fin d’ora, della comunione con Dio e di gioire della sua amicizia. Anche per questa venuta, Gesù ha bisogno di precursori. A questa missione sono consacrati tutti i battezzati.

La Chiesa ha ricevuto dal suo Divino Fondatore il meraviglioso compito e la terribile responsabilità di portare a tutti la salvezza che è Cristo. Nel deserto che vive l’umanità – perché così lontana dal cuore di Dio e così indifferente per “i beni eterni”-  la Chiesa annuncia: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete; uno che vi cerca, che può farvi felici; uno che ha parole di vita e salva dalla morte; uno che insegna la strada per giungere al porto della gioia eterna, il fine ultimo dell’esistenza umana.

La figura, la vita e la parola di Giovanni Battista da una parte costituiscono un richiamo, per chi già è discepolo, a non smentire con la vita la fede che professa; dall’altra illuminano il cammino della persona che, sentendosi attratto da Cristo, desidera conoscerlo per godere della Sua amicizia. Per tutti è necessaria la disponibilità alla conversione perché, abbassati i monti dell’orgoglio e dell’egoismo, abbattute le barriere dell’odio e della divisione, possiamo affidarci al Signore. Solo allora, Cristo potrà colmare le valli della nostra debolezza e sfiducia, della nostra tristezza ed ansia ed infondere nel nostro cuore la luce della verità, accendere il fuoco della carità, liberarci dall’oppressione del male e così godere della vita nuova che nasce dall’incontro con Lui.”

 

 

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