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Vangelo della domenica, la riflessione del Vescovo Francesco Cavina: “Tramite Cristo conosciamo il pensiero di Dio”

Scritto da il 23 Agosto 2020

Riportiamo di seguito la riflessione sul Vangelo di domenica 23 agosto 2020 di monsignor Francesco Cavina*:

“Chi è Gesù? La domanda circa l’identità di Cristo attraversa da oltre duemila anni la storia dell’umanità. Si tratta di una domanda di fondamentale importanza perché dalla risposta dipende un preciso orientamento di vita.

E’ Gesù stesso che pone la questione e innanzitutto chiede ai suoi discepoli di riportare l’opinione che la gente ha di Lui. Le persone ritengono Cristo un uomo straordinario. Le sue parole e i miracoli che compie fanno di Lui una personalità religiosa straordinaria, come Elia, come Giovanni il Battista, voce di Dio. Ancora oggi, la grande maggioranza delle persone riconosce che Gesù è una persona fuori dal comune che ha segnato la storia dell’umanità come pochi altri hanno fatto.

Tuttavia, le risposte che Gli vengono riportate, anche se rivelano stima e ammirazione per la Sua persona e la Sua opera non sono soddisfacenti. Per questa ragione Gesù pone la grande, vera domanda anche agli apostoli: “Voi chi dite che io sia?”. Questa richiesta il Signore la pone anche a noi: “Tu con il tuo cuore, la tua forza, la tua esperienza, il tuo peccato, cosa dici di me?”.

La risposta che Pietro dà a nome degli altri è priva di ambiguità: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Pietro riconosce che in Gesù Dio si rende presente. Lui è il volto visibile del Padre. Tramite Lui noi conosciamo la Parola del Padre, il pensiero del Padre, il progetto il progetto di bene e di salvezza che Egli ha sul mondo e sulla storia. Tuttavia, non è sufficiente “dire”, proclamare, annunciare la divinità di Cristo, occorre vivere di Lui. In altre parole, Cristo deve divenire il mio Redentore, il mio Signore e Dio, il mio unico fondamento, la mia pace, la mia vita, la mia sapienza, la mia giustizia, la mia speranza.

L’apostolo Pietro, in seguito alla sua professione di fede, è qualificato come “beato. Si tratta della beatitudine di colui che crede, e quindi ha la gioia di entrare in comunione con il mistero di Cristo. Ma nessuno può conoscere la vera identità di Gesù senza una rivelazione divina: è il “Padre mio che te lo ha rivelato”.

Per la sua fede in Gesù, che è il Figlio del Dio vivente, Pietro è costituito come fondamento, perché riceve il potere di essere guida nella Sua Chiesa. Grazie alla fede di Pietro, su cui poggia la Chiesa, le forze del male non potranno avere il sopravvento su di essa. Ma tutto proviene da Gesù ed è indirizzato a Lui. Gesù dice chiaramente: la Chiesa “è mia”. E’ sua proprietà perché nasce dal suo Cuore trafitto dalla lancia sulla croce, e, dunque, riceve stabilità dalla fede in Lui, riconosciuto come Figlio di Dio. Per questo motivo la Chiesa è il luogo della professione della vera identità di Gesù.”

*Vescovo Emerito di Carpi 

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