«Siamo di fronte al peggior scenario che potessimo auspicare. Si è aperta una fase nuova, piena di rischi ed instabilità». Così Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova, sull’attacco russo che, questa notte, ha dato il via alle ostilità in Ucraina. Le mosse di Mosca avranno serissime ripercussioni anche sul comparto agroalimentare, mantovano ma non solo, sia dal punto di vista delle esportazioni che da quello delle importazioni. «Le sanzioni che colpiranno la Russia – spiega Cortesi – costituiranno un grave danno per il nostro Made in Italy, dal momento che l’est Europa, e il sud-est asiatico ancora più in là, sono mercati in forte espansione per le nostre eccellenze. Le conseguenze di queste sanzioni dunque le pagheranno anche le nostre aziende, se si pensa che l’export comunitario verso la Russia ammontava a 7 miliardi di euro nel 2020».
Ma il vero problema sarà rappresentato da due prodotti, il mais e il gas: «Quest’ultimo – spiega Matteo Lasagna, vicepresidente nazionale di Confagricoltura, a capo di un allevamento bovino a Pegognaga – è utilizzato anche per la produzione di fertilizzanti, che nel giro di pochi mesi hanno quadruplicato il proprio prezzo. Il mais invece è fondamentale per il settore zootecnico. L’Ucraina è il nostro terzo paese importatore, con una quota pari all’11,4% nei primi dieci mesi del 2021». «Rischiamo – aggiunge Cortesi – di non avere a disposizione le giuste quantità di fertilizzanti per i prossimi raccolti. Senza contare che il blocco delle attività nel porto di Odessa, una delle prime città invase dall’esercito russo, rischia di far collassare il mercato internazionale dei cereali, con le borse merci che, in diversi casi, oggi non hanno emesso le quotazioni».
Si va verso tempi difficili dunque, per l’agricoltura ma non solo. L’ufficio economico di Confagricoltura Mantova ha elaborato, partendo da dati Ismea, l’aumento dei costi di produzione per il settore, rispetto al mese di febbraio 2021. Ecco dunque che coltivare mais costa il 19% in più, mentre soia e pomodoro sono a +15%, con il sorgo a +12%. Passando alla zootecnia, il latte bovino costa il 13% in più, contro il +12% dei bovini da ingrasso e il +14% dei suini da ingrasso. Elaborati anche i rincari sulle materie prime: mangimi a +19%, foraggi a +22%, fitofarmaci a +8%, gasolio agricolo a +31% e urea a +145%.
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