“Ri-Creazione Sanitaria. Come raddrizzare una sanità sottosopra”: intervista a Grazia Guiducci
Scritto da Redazione il 11 Agosto 2024
Il Servizio Sanitario Nazionale può cambiare? Quale futuro possiamo immaginare per la sanità italiana? Questo e molto altro nel libro della dottoressa Guiducci
Libri – Dalla quarta di copertina del libro “Ri-Creazione Sanitaria. Come raddrizzare una sanità sottosopra” (EBS Print, 2024), scritto dalla dottoressa Grazia Guiducci:
“Un Servizio Sanitario Nazionale allo stremo delle forze, inerme e frustrato da una temibile ed incombente sanità privata, viene soccorso da una Nuova Sanità Pubblica Ri-Creata attingendo al meglio del passato ma proiettandosi ad un futuro di gentile efficienza per migliorare la Salute di tutti, grazie all’operosità, alla leggiadria, alla nostalgia del contributo generoso, onesto e consapevole di tutti“.
Cosa ha motivato una professionista affermata come lei a scrivere un libro come questo… diciamo un po’ scomodo per gli “addetti ai lavori”, in qualche modo una denuncia di inefficienza?
A fine 2020, dopo aver gestito la prima drammatica fase pandemica, mi sono gravemente ammalata e un po’ per scelta ed un po’ per obbligo (un medico sessantenne e “fragile” non vaccinata era difficilmente collocabile) mi sono presa un lungo periodo “sabbatico” per curarmi e per riflettere.
La conversazione con una collega ex senatrice della Repubblica mi ha fatto riflettere sullo stato problematico della nostra sanità pubblica, aggravato dal Covid-19. Nella notte ho “sognato” la riforma che poi è diventata il tema di questo libro.
Ovviamente il punto di partenza è l’attuale inefficienza che devo segnalare per poter cercare una soluzione possibile, con le risorse che abbiamo, non potendo incidere ulteriormente sui costi, come viene urlato dai tanti esperti, convinti che sia una questione di soldi.
In realtà sono convinta che i soldi a disposizione possano essere sufficienti se ben utilizzati e non sprecati come spiego nel libro. Dunque un punto zero, guardando con disincanto alla realtà che racconto attraverso casi clinici reali, per proporre una soluzione concreta.
Quali sono i punti di forza della sua proposta?
Sono partita dal considerare i protagonisti della Sanità Pubblica e dal ruolo che vorrei fosse attribuito, con precise caratteristiche.
Prima di tutto il paziente, sono 60 milioni di italiani che, come recita l’Art. 32 della nostra Costituzione, hanno diritto ad essere curati; il paziente non può più essere quello di cinquant’ anni fa che delegava in toto la sua salute al medico, nè può essere quello di oggi che crede di essere medico consultando Google...
Occorre un sincretismo tra queste due figure e penso che il paziente ideale per la mia “Ri-Creazione” sia quello che, formato-informato sugli aspetti fondamentali della sua salute, pro auto-medicazione e affichè possa contribuire attivamente alla prevenzione e alle decisioni da prendere col medico, qualora necessiti un intervento sul suo sistema mente-corpo: ribadisco la trinità dell’essere umano come corpo-mente-spirito e il medico deve occuparsi di tutti gli aspetti per sostenere la guarigione con l’approccio diagnostico-terapeutico condiviso col paziente, per l’appunto informato a dovere dal Servizio Sanitario, attraverso un app e/o in presenza.
Insomma vorrei una grande e seria crescita del cittadino-paziente sui temi della salute. Poi abbiamo il Medico e con lui tutti gli operatori sanitari ad esso riferiti. La figura del Medico ed in particolare del Medico di Medicina Generale è il fulcro di tutta la Sanità; attingendo alla vecchia figura del medico condotto, ho voluto ripristinare quel tipo di relazione in chiave moderna poichè questo MMG sarà affiancato da due infermieri e da tutti i professionisti necessari per seguire i pazienti di una determinata fascia anagrafica a lui affidati.
Tutti i professionisti sanitari della mia riforma devono essere dipendenti pubblici, con tre O: Oneri, Onori, Orgoglio. La mia è una chiamata alle armi per Sanitari di buona volontà, pronti a spendersi al meglio per la salute dei pazienti, come eccellenti professionisti e non come eroi.
Fondamentale è la formazione costante dei sanitari, sempre aggiornati sugli avanzamenti scientifici di ogni specialità conservando tutti le conoscenze di un approccio internistico, ma recuperando la piena autonomia perchè vorrei liberare i medici dal cappio dei protocolli sanitari, rendendoli liberi di agire in scienza e coscienza per ogni diverso paziente, nel confronto con i colleghi (molto favorito) e in accordo col paziente: mai più Tachipirina e vigile attesa per ordine ministeriale!
Terzo protagonista è lo Stato che con la struttura organizzativa deve far funzionare il Servizio, dalle strutture sanitarie, agli strumenti all’avanguardia fino alla delicatissima gestione del personale, sanitario, amministrativo e tecnico.
Ovviamente c’è posto per la Sanità Privata ma in un perimetro d’azione ben definito, perchè alcuni settori sono di pertinenza esclusiva del pubblico.
Quali sono i settori necessariamente in mano alla Sanità Pubblica?
Evidentemente la Medicina Territoriale che, sfaldata e mal organizzata, ha permesso l’attuale scempio che di riflesso impatta sul Pronto Soccorso e non sono certo i CAU la soluzione, avendo solo finalità propagandistica-elettorale.
Propongo una totale rigenerazione del servizio con al centro il MMG e suddividendo la popolazione per età (pediatrica, dei lavoratori, geriatrica) e articolando il lavoro in team nelle diverse realtà, avendo come punto base il Luogo del Sollievo empatico per la Cura, molto più di una Casa della Salute con ambulatori, strumenti, palestra e Personale per garantire davvero il primo intervento e tutto l’Ordinario.
Poi abbiamo lo Straordinario che si materializza in un solo Pronto Soccorso cittadino, attrezzato per le vere emergenze, con l’eccellenza medica e chirurgica, con la Specialistica, le sale operatorie e la rianimazione-degenza post operatoria, nonchè la Chirurgia Elettiva (grandi interventi, trapianti ecc.ecc.).
Infine, l’Infettivologia resa famosa dalla triste esperienza Covid-19 che necessita di un impianto nuovo, moderno ed efficientissimo per dare la massima assistenza agli infetti e per non coinvolgere la popolazione sana con inutili lockdown o peggio ancora con tossiche pseudo vaccinazioni.
E la Sanità Privata?
La sanità privata ha il diritto dovere di essere presente in sè stessa e per essere concorrenziale col sistema pubblico.
Ho previsto nel Welfare Aziendale la copertura assicurativa per tutti i lavoratori che avranno come MMG il Medico Competente e come Cliniche Specialistiche le case di cura private sostenute appunto dalle assicurazioni pagate dal Datore di Lavoro.
Ovviamente lo Straordinario di cui sopra è Pubblico come è pubblico l’accesso in deroga alle Cliniche Specialistiche.
Cosa sono le Cliniche Specialistiche?
Anzichè avere decine di specialisti sparsi nelle ASL cittadine in ambulatori poco attrezzati, con lunghe liste di attesa, ho concentrato in una sola clinica cittadina tutti gli specialisti di quel ramo sanitario e i pazienti possono accedere direttamente e rapidamente alle visite e agli accertamenti, semplicemente con la prescrizione esclusiva del MMG che prenoterà direttamente attraverso l’apposito sistema informatico e che riceverà in diretta il referto.
Ogni paziente avrà accesso alla sua cartella sanitaria contenente gli elementi che il MMG deciderà essere di possibile diretta lettura, onde evitare cattive interpretazioni.
Pertanto Medicina Territoriale e Cliniche Specialistiche dovrebbero risolvere la grandissima maggioranza dei problemi di salute del cittadino ed in tempi brevi e Pronto Soccorso come Infettivologia occuparsi delle urgenze-emergenze.
Nella sua “Ri-Creazione” c’è posto per la Guardia Medica? Per i CAU? Si continuerà a pagare il ticket sulle prestazioni?
Nell’ordine, avendo lavorato in Guardia Medica avrei optato per sopprimere il servizio a favore di un potenziamento di ambulanze ed eliambulanze sul territorio ed una grossa centrale video-telefonica dove a turno i MMG gestiscono le chiamate, potendo accedere alla cartella sanitaria informatizzata e avendo ogni paziente a disposizione un Kit sanitario di automedicazione.
I Cau sono assolutamente inutili, raddoppiando il servizio già dato dalla Medicina Territoriale ben organizzata. I ticket vanno aboliti perchè le risorse economiche devono prodursi dalla riorganizzazione del servizio.
Come pensa di poter realizzare la sua “Ri-Creazione” sanitaria?
La risposta della Politica è stata nulla, sia a destra che a sinistra, perchè il sistema attuale si basa su clientelismi e vantaggi per pochi, che ovviamente non vogliono mollare la torta.
Io sono “voce che grida nel deserto” ma se crescerà la moltitudine di individui consapevoli di ciò che sta accadendo (il Covid è stata un’interessante rappresentazione plastica del futuro che ci attende) e nella matura consapevolezza capiranno che un’alternativa c’è (la mia, ma nel confronto tra esperti certamente altre buone idee potrebbero emergere), allora sarà possibile realizzare il cambiamento virtuoso nell’interesse di tutti: questo il mio auspicio!
Grazia Guiducci
“Classe 1961, nasce e vive a San Lazzaro di Savena un comune della provincia bolognese. Fin dalla prima consapevolezza e memoria infantile, sente prepotentemente di voler diventare medico perchè intuitivamente prova il segreto desiderio di “aiutare i deboli” che individua unicamente negli ammalati.
L’estrazione sociale non depone a favore di una scelta universitaria e professionale così complessa, ma la sua volontà è incoercibile: si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1986 e si specializza in Medicina del Lavoro nel 1990 presso l’Università degli Studi di Bologna. Intraprende una brillante carriera di Medico del Lavoro, libera professionista per numerose e qualificate aziende italiane e ricoprendo ruoli di prestigio in associazione nazionale di professionisti specialisti.
Nel contempo per soddisfare la continua ricerca in ambito diagnostico-terapeutico, associa ad un lavoro “matto e disperatissimo” altrettanto studio in diverse discipline specializzandosi: radioprotezione, scienza dell’alimentazione-dietetica, omeopatia, omotossicologia, omeosinergia, neuralterapia, naturopatia, medicina funzionale-e-pigenetica, biorisonanza, medicina quantistica…
Col marito Stefano Giannasi, apre a Bologna il bellissimo poliambulatorio Gratia et Salus, per accogliere medici specialisti e praticare una buona Medicina del Lavoro. Nel 2020 in piena pandemia da Sars Cov2, scopre di essere affetta da cancro. Questa diagnosi sarà lo spartiacque drammatico della sua vita, portandola a scelte inevitabili come la vendita del poliambulatorio e l’interruzione dell’attività di Medico Competente per potersi curare.
Da una vita spesa interamente a favore degli altri, passa ad un forzato e benefico ripiegamento interiore, che la guiderà nelle scelte terapeutiche per sè e per i nuovi pazienti, all’apertura dell’attuale studio medico e al concepimento-stesura di questo primo libro, nato dal nulla senza alcuna programmazione, frutto di un sogno da raccontare e magari da realizzare insieme”.
da EBS Print