Pagers esplosivi: l’inaspettato strumento utilizzato da Israele contro Hezbollah
Scritto da Marcello Scacchetti il 19 Settembre 2024
Tecnologie – Il 17 settembre 2024, un attacco coordinato ha sconvolto la regione tra il Libano e la Siria, causando la morte di 12 persone e ferendone circa 2750. Questo evento ha coinvolto l’uso di un dispositivo tanto inusuale quanto sorprendente: il pager, un tempo comune per le comunicazioni mobili ma oggi superato dagli smartphone.
Circa 5000 di questi dispositivi sono esplosi intorno alle 15 ora locale, con una precisione e una tempistica impressionanti. L’attacco sembrava mirato contro Hezbollah, la milizia sciita libanese, e ha subito suscitato domande su come un dispositivo così rudimentale sia stato trasformato in un’arma letale.
Ipotesi sulla provenienza dei pager
Inizialmente, si era ipotizzato che i pagers utilizzati fossero del modello IC-V82, esportato in Medio Oriente dal 2004 al 2014. Tuttavia, la casa madre Icom ha dichiarato che la produzione di questi dispositivi è stata interrotta circa 10 anni fa, inclusa la produzione delle relative batterie, riducendo la probabilità che fossero i protagonisti dell’attacco.
Dai resti inesplosi, è emerso invece che i dispositivi coinvolti erano pagers del modello Rugged Pager AR-924, noto anche come Gold Apollo AR924.
Questo modello sarebbe stato originariamente prodotto dall’azienda Gold Apollo, che successivamente avrebbe – secondo quanto riportano dai principali media internazionali – concesso in licenza la produzione ad una società ungherese.
Questa connessione sarebbe stata corroborata dalle dichiarazioni di un ufficiale di sicurezza libanese, il quale ha affermato che circa 5000 di questi pagers sono stati importati nella regione circa cinque mesi prima dell’attacco.
I dispositivi sono stati modificati con l’inserimento di microcariche esplosive all’interno delle batterie, che potevano essere attivate a distanza.
Un dettaglio agghiacciante è che prima dell’esplosione, i pagers avrebbero emesso un suono per attirare l’attenzione degli utenti e farli avvicinare il dispositivo al volto, massimizzando così l’effetto dell’esplosione.
Cos’è un pager?
Un pager è un dispositivo di comunicazione portatile che, fino agli anni ’90 e ai primi 2000, era ampiamente utilizzato per ricevere brevi messaggi di testo. Il modello coinvolto in questo attacco, il Rugged Pager AR-924, è dotato di una batteria con una durata di circa 85 giorni e richiede solo 2,5 ore per essere ricaricato.
Questo dispositivo può memorizzare fino a 30 messaggi utente, ognuno contenente massimo 100 caratteri. Funziona tramite il protocollo POCSAG, con una velocità di trasferimento dati di 512, 1200 o 2400 bit/s, il che lo rende estremamente affidabile in aree con infrastrutture di comunicazione deboli.
Perché un pager?
L’uso di un pager da parte di gruppi terroristici come Hezbollah e i suoi nemici dimostra un livello di sofisticazione sorprendente. I pagers, sebbene considerati obsoleti, offrono alcuni vantaggi cruciali rispetto ai telefoni cellulari.
Prima di tutto, operano su frequenze radio che sono meno suscettibili a intercettazioni. Mentre i cellulari moderni possono essere monitorati con facilità grazie alla triangolazione del segnale, i pagers funzionano in modo più discreto e non richiedono la stessa infrastruttura di rete, come ripetitori o stazioni base.
Inoltre, questi dispositivi non sono collegati a una SIM card, eliminando uno dei punti deboli più facili da tracciare nei sistemi di comunicazione cellulari.
L’attivazione remota delle microcariche inserite nelle batterie del pager, secondo le prime ricostruzioni, è stata effettuata utilizzando un segnale radio specifico, mentre il dispositivo emetteva un suono per attrarre l’attenzione dell’utente, inducendolo ad avvicinare il pager al volto, rendendo l’esplosione ancora più devastante.
La discrezione dei pagers ha quindi consentito ai terroristi di evitare facilmente le intercettazioni elettroniche e di operare sotto il radar della sorveglianza elettronica globale.
Implicazioni future
Attacchi di questa portata e sofisticazione sono rari, ma aprono un orizzonte preoccupante. L’uso di un dispositivo così comune e apparentemente innocuo come un pager dimostra una grande capacità logistica e organizzativa.
Organizzare e distribuire circa 5000 dispositivi, manometterli con microcariche esplosive e coordinare un’esplosione simultanea richiede risorse e competenze che pochi gruppi possiedono.
Tuttavia, la riuscita di un attacco di questo tipo dimostra che la guerriglia moderna potrebbe sfruttare sempre più tecnologie “dimenticate” o alternative per colpire i propri bersagli.
Marcello Scacchetti
Marcello Scacchetti è un esperto di sicurezza informatica con una carriera iniziata negli anni ’90. Specializzato in ethical hacking e sistemi Linux complessi, ha collaborato a livello internazionale per la digitalizzazione di aziende di alto profilo.
Attualmente è amministratore delegato di Bitzen Studio, dove fornisce consulenze e leadership nel settore tecnologico, nel marketing e nella comunicazione.