Libano, terminata la visita del Generale Figliuolo: “Professionalità militari italiani elemento di successo della missione”

Scritto da il 25 Agosto 2022

Libano, l’incontro del Comandante del COVI Figliuolo con autorità diplomatiche e militari e saluto ai contingenti italiani delle missioni MIBIL e UNIFIL

 

Figliuolo Libano

Il Comandante del COVI con il personale italiano a Naqoura

 

 

Beirut – Il 23 agosto scorso il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, Comandante Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha concluso una visita ufficiale di due giorni in Libano, dove ha incontrato i vertici delle missioni italiane e il Comandante della United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL).

Inoltre, nella capitale libanese e presso le basi italiane di Shama e Naqoura, ha salutato i militari impiegati nell’ambito della Missione Bilaterale Italiana in Libano (MIBIL) e nell’operazione Leonte, inquadrata nella UNIFIL.

 

L’arrivo di Figliuolo nella capitale 

All’arrivo della delegazione del COVI presso l’aeroporto internazionale della capitale, l’Alto Ufficiale è stato ricevuto dalla Vice capo missione/Incaricato d’Affari dell’Ambasciata d’Italia a Beirut, Dott.ssa Roberta Di Lecce, dall’Addetto Militare in Libano, Colonnello Marzo Zona e dal Comandante della MIBIL, Colonnello dell’Esercito Andrea Mazzotta.

In mattinata il trasferimento in elicottero presso la località di Shama, dove il Generale Figliuolo è stato accolto dal Comandante del Sector West di UNIFIL e National Component Commander della missione ONU, Generale di Brigata Giuseppe Bertoncello.

Dopo la resa degli onori presso la vicina base italiana di Al-Mansouri, il Comandante del COVI, accompagnato dalla dottoressa Di Lecce, è stato aggiornato sull’attuale situazione nel sud del Libano e sulle attività condotte dai militari italiani nella zona di operazioni loro assegnata.

Ha quindi incontrato gli uomini e le donne dell’Italian Battalion (ITALBATT), unità di manovra guidata dal Colonnello Antonio Laudando e composta da uomini e donne della Brigata Aosta, in particolare 5° Reggimento Fanteria, Reggimento Lancieri d’Aosta (6°), Reggimento Logistico, 4° Reggimento Genio e Polizia Militare dell’Arma dei Carabinieri.

 

Libano, l’arrivo alle basi di Naqoura e Shama 

La visita è proseguita presso la base di Naqoura, dove ha sede l’Headquarters della missione ONU, per una office call con l’Head of Mission/Force Commander di UNIFIL, il Maggior Generale spagnolo Aroldo Làzaro Sàenz.

Successivamente, nel piazzale della base di Shama dedicato al Tenente Andrea Millevoi, è avvenuto l’incontro con il personale di tutti gli assetti e le articolazioni della Joint Task Force – Lebanon Sector West, compresa ITALAIR, unità composta da personale dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare che fornisce supporto aereo alla missione UNIFIL mediante l’impiego di elicotteri AB-212.

Nel corso del suo intervento, il Comandante del COVI ha sottolineato che:

Le Forze Armate italiane sono in Libano perché questo è un Paese strategico per il Mediterraneo, che a sua volta rappresenta una priorità nazionale, anche alla luce delle problematiche relative all’approvvigionamento energetico, conseguenza dell’attuale conflitto russo-ucraino.

La vostra presenza qui è importante perché vigilate sul rispetto di un cessate il fuoco tra Libano e Israele che vuole essere la premessa a una pacificazione definitiva tra le due parti.

 

Il Generale Figliuolo ha elencato le numerose attività svolte dal contingente italiano nel Paese dei cedri, dalle pattuglie motorizzate ai posti di osservazione lungo la Blue Line, alla formazione e addestramento a favore della controparte libanese, sino alle attività di supporto alla popolazione.

Prossimamente, la Difesa e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale avvieranno una distribuzione di medicinali a favore della popolazione, fornendo anche supporto medico, tramite team mobili sanitari, alle Forze Armate e di Sicurezza libanesi.

Il commento in conclusione del Comandante del COVI:

Noi italiani sappiamo fare tutte queste attività e sappiamo farle bene perché sono attività congeniali ai nostri valori, alla nostra cultura, al modo di porci e di interagire con le altre popolazioni.

Questo bagaglio umano, unito all’esperienza e alla professionalità dei militari italiani, è l’elemento di successo della nostra missione.

 

La firma dell’Albo d’Onore e il tradizionale e simbolico scambio di doni tra i Comandanti hanno sancito la conclusione della visita.

Le missioni militari condotte dalle Forze Armate italiane sia all’estero sia sul territorio nazionale, incluse UNIFIL e MIBIL, si svolgono sotto il coordinamento, la direzione e secondo le direttive impartite dal COVI.

Il COVI è infatti il Comando di Vertice dell’Area Operativa Interforze e assolve, inoltre, alle funzioni di organismo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa per la pianificazione, la coordinazione e la direzione delle operazioni e delle esercitazioni militari in ambito nazionale e internazionale condotte nei cinque domini: terra, mare, cielo, spazio e cyber.

 

La Missione UNIFIL

L’Italia è presente in Libano da oltre 40 anni e questa presenza rappresenta un caposaldo e una garanzia per le istituzioni locali e per il governo di Beirut a sostegno della sicurezza nel sud del paese.

Le truppe della Missione UNIFIL operano dietro mandato ONU, tramite Risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 1701 dell’11 agosto 2006. I principali compiti dei caschi blu sono: monitorare la cessazione delle ostilità tra Libano e Israele; supportare le Forze Armate Libanesi (LAF) nel loro rischieramento nel Libano del Sud, in concomitanza con il ritiro israeliano, in coordinamento con i governi di Beirut e Tel Aviv; contribuire a garantire l’accesso degli aiuti umanitari in favore della popolazione civile e lo spontaneo ritorno in sicurezza da parte degli Internally Displaced Persons (IDP); assistere le LAF nello stabilire, tra la cosiddetta “Blue Line” e il fiume Litani, una zona libera da personale armato che non sia quello delle LAF e di UNIFIL; infine, assistere il Governo libanese nel garantire la sicurezza dei confini e nell’interdire l’accesso al Libano di armi e materiale bellico.

Inoltre, nell’assenza di relazioni formali tra Israele e Libano, e quindi di un accordo di cessate il fuoco permanente – che è lo scopo ultimo della risoluzione n. 1701 – UNIFIL promuove i cosiddetti incontri tripartiti, che costituiscono l’unico efficace strumento cui finora abbiano aderito le parti, per tentare di risolvere delicati aspetti relativi alla sicurezza.

Gli incontri si svolgono sulla base di un’opera di mediazione che si attua mediante i rappresentanti di UNIFIL e in particolare, mediante il Force Commander, che fa da mediatore.

Questi incontri “a tre” hanno in genere cadenza mensile, ma possono essere convocati laddove emergano particolari circostanze che ne richiedano lo svolgimento.

 

La Missione MIBIL

La Missione bilaterale italiana in Libano (MIBIL) nasce da un accordo quadro tra la Repubblica Italiana e il governo della Repubblica Libanese sulla cooperazione nel campo della Difesa, firmato a Beirut il 21 giugno 2004.

La missione, che si inquadra nel più ampio contesto delle iniziative dell’”International Support Group for Lebanon” (ISG), ha l’obiettivo di incrementare le capacità complessive delle Forze Armate e di Sicurezza libanesi, fornendo consulenza e sviluppando programmi di formazione e addestramento preventivamente concordati con le Autorità libanesi. Ciò avviene in stretto coordinamento tra la Difesa, il COVI e le istituzioni libanesi, mediante l’impiego di eccellenze nazionali italiane nell’ambito del training, appositamente e temporaneamente schierate quali Mobile Training Team.

 Si tratta di assetti di entità variabile, capaci di condurre attività addestrative e formative in supporto alle Forze Armate e di Sicurezza libanesi in tutto il paese.

L’obiettivo finale della missione è quello di incrementare le capacità complessive delle Forze Armate e di Sicurezza libanesi, al fine di renderle capaci di far fronte, efficacemente e in autonomia, alla situazione di sicurezza in Libano provocata dallo “spillover” della crisi siriana e dell’area mediorientale più in generale.

 

 


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