L’Eco del Bardo: quando il Pop è leggero solo in apparenza

Scritto da il 4 Luglio 2016

Come arrivammo qui potrebbe esser la domanda iniziale per ascoltare questo album made in Carpi. L’Eco del Bardo è un gruppo che si definisce Pop/Rock e per capirlo basta un primo ascolto, anche disinteressato, dell’album: ritmiche incalzanti, chitarre distorte con assoli mai invasivi, basso e batteria che martellano fino all’esplosione dei ritornelli che fanno l’occhiolino ai Litfiba e ai Negrita nostrani.

Se però vi voleste addentrare più in profondità, vi accorgerete di come la domanda iniziale presto cambierà in “Come arrivai qui?”. L’intero album funziona benissimo come concept album personale per qualsiasi ascoltatore. I ragazzi, così come un Bardo cantastorie, ci prendono per mano e ci guidano attraverso un unico grande messaggio fatto di domande e di risposte, come in Siddharta, che non sono per niente scontate e universali: pezzi che si alleggeriscono sempre più dall’inizio, fino a giungere a L’uomo che ora sono, climax di un viaggio che sarebbe degno di Guccini.

Giungiamo alla fine passando per Londra, di corsa fino ad un Oceano di nuvole, persi tra mille pensieri che sicuramente vi faranno riascoltare ancora una volta questo lavoro dai suoni sempre azzeccati per creare la giusta atmosfera che serve come vettore per un messaggio che non può essere più intimo e personale ad ogni nuovo ascolto.

Un consiglio? Se potete, gustatevi un loro concerto!

Voto: 4/5.9

(Nicola Morgan Sgarbi)

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