L’ANPI condannata per diffamazione aggravata nei confronti della Caramella Buona: “Portata lesiva dell’immagine, dell’onore e della reputazione”

Scritto da il 5 Marzo 2020

Con sentenza del Tribunale di Reggio Emilia, Giudice dott.sa Stefania Calò, è stata condannata per diffamazione aggravata l’ANPI, associazione nazionale partigiani d’Italia, rappresentata dal suo presidente nazionale, all’epoca dei fatti il senatore Carlo Smuraglia.

La denuncia era stata presentata da Roberto Mirabile, presidente dell’associazione antipedofilia La Caramella Buona Onlus, a seguito di ripetuti comunicati stampa che, nel 2015, l’ANPI pubblicò sui social networks e sul proprio sito nazionale, in occasione di due eventi organizzati dall’associazione di tutela dei bambini e dedicate al contrasto della pedofilia e al sostegno delle vittime. Tali comunicati, ritenuti dal Giudice gravemente diffamatori per Mirabile e la Onlus da lui presieduta, furono inviati anche a organi di stampa nazionali.

In sostanza, l’ANPI definiva l’iniziativa “ …modello SS” … “organizzata dalla Caramella Buona, dietro la quale, però, si nascondono gruppi di estrema destra…”. E ancora, calcando la mano sulla diffamazione : “dietro un’iniziativa si celano i neofascisti… la cui ideologia si pone in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino”. “Chiediamo – insisteva l’ANPI – l’intervento delle istituzioni cittadine perché venga impedita questa ulteriore offesa …” “LE UNICHE CARAMELLE BUONE SONO QUELLE ANTIFASCISTE. Dice il proverbio : mai accettare caramelle dagli sconosciuti. Anche dai nazifascisti”.

Questi comunicati sono risultati per il Tribunale di “indubbia portata lesiva dell’immagine, dell’onore e della reputazione della Caramella Buona … “, formulando così la piena condanna dell’ANPI nazionale al risarcimento del danno a favore della Onlus presieduta da Roberto Mirabile, oltre alle spese legali.

Netta soddisfazione in Caramella Buona, con la dichiarazione dell’avvocato Monica Nassisi : “Finalmente inizia ad essere chiaro che nessuno può permettersi di diffamare impunemente e che non è consentito arrogarsi il diritto di dare patenti di democraticità ad altri. Bisogna fare attenzione all’uso delle parole, soprattutto quando sono ingiustamente rivolte a chi si batte ogni giorno, da ventitré anni, per i bambini vittime di violenze, come fa La Caramella Buona”.


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