La Virtus è ammalata ma prima di qualsiasi terapia è necessaria una dignosi : che cosa succede alle Vnere ?

Nella foto Virtus : Momo Diouf tra i nuovi arrivati quello che sta fornendo il rendimento migliore

La Virtus ha perso 7 gare per un massimo di 3 punti ciascuna

Asvel, Zalgiris, Panathinaikos, Fenerbahce, Bayern e Parigi in Eurolega, Brescia in Lba. Questo l’impressionante elenco del calvario Virtussino in questa stagione, una vera via Crucis costellata di cadute sempre in vista del traguardo. Solo a Monaco e Madrid la Virtus ha ceduto nettamente senza mai dare l’impressione di poterla portare a casa mentre in altre gare con Efes a Bologna e con l’Ea7 al Forum pur restando a lungo in partita alla fine il divario è stato più ampio.

E’ del tutto evidente che a fronte di un tal numero di sconfitte in fotocopia non si può parlare di casualità. Restando alla sconfitta più fresca, quella di ieri  al Palaleonessa, la Virtus ha giocato nei due quarti centrali meglio di Brescia, non ha dominato come avrebbe potuto perchè è stata gravemente danneggiata da un arbitraggio superficiale che ha punito falli veniali tollerando invece quelli più duri. Nonstante tutto la Virtus si è presentata agli ultimi 2 giri di lancette del cronometro avanti di 6 e ancora a + 2 a 37″ dalla sirena. Banchi in sala stampa ha parlato di mancato cinismo che ad una squadra di Eurolega, piena di tanti campioni con esperienza, non dovrebbe fare difetto. In tante sconfitte  è mancato il colpo del ko dopo aver lavorato al corpo l’avversario per quasi 40′, nella gara di ieri ad esempio  le triple di Burnell che hanno deciso il match sono stati tiri aperti con una difesa rivedibile e nell’ultima l’americano è stato mandato in lunetta per rendergli la vita ancora più facile.

Per vincere i finali servono gerarchie chiare

Negli ultimi anni la Virtus ha sempre avuto giocatori che erano riconosciuti ed accettati dal gruppo per assumersi le responsabilità nei finali infuocati. Prima era Milos Teodosic l’uomo che decideva, nel bene e nel male, le partite “strette”. Lo scorso anno in modo del tutto inatteso è prepotentemente uscito alla ribalta Iffe Lundberg, a lungo snobbato da Scariolo, per togliere molte castagne dal fuoco a Banchi, alla Virtus e ai compagni di squadra. La freddezza del danese ha consentito vittorie in volata in serie che hanno issato le Vnere per alcuni mesi ai vertici dell’Eurolega  e quando non c’era il nordico poteva pensarci il vecchio ragazzo di San Giovanni  in Persiceto.

In questa stagione l’arrivo di Will Clyburn faceva pensare che il designato fosse lui ma il ragazzo di Detroit fin qui ha mostrato di non avere molta intenzione di assumersi le responsabilità che il suo curriculum e pure lo stipendio gli assegnerebbero. Eclissatosi quindi l’ex Efes la Virtus è orfana del giocatore sicuro da cui andare quando c’è da risolvere un match in volata. Fin qui ci hanno provato un pò tutti mettendo insieme anche una cooperativa della disperazione come contro lo Zalgiris in cui prima Cordinier , poi Pajola e infine Belinelli hanno disperatamente cercato i 3 punti per impattarla e portare i bianco verdi all’overtime.

Banchi quindi, dopo aver sistemato alcuni aspetti fondamentali della squadra, dovrà adesso trovare le gerarchie per i finali, senza questo i finali punto a punto saranno sempre un incubo.


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