La Virtus al bivio : rivoluzione o semplice correzione ?
Scritto da Lucio Bertoncelli il 17 Giugno 2024
La Virtus alle prese con un dubbio : operare una rivoluzione o mantenere il roster di quest’anno con qualche aggiornamento ?
Nella foto Virtus di Matteo Marchi : Marco Belinelli capitano delle Vnere qui contro l’Alba Berlino, a 38 anni mvp dell’ultimo campionato italiano, guiderà dal campo la Virtus anche nella prossima stagione
Milano prima e Bologna seconda : una storia infinita
Lo sport, come la vita, è fatta di vincitori e vinti che spesso si scambiano di ruolo nei tempi. Nel basket la Virtus ha vinto 16 scudetti e altre 18 volte è arrivata seconda. In quest’ultimo caso ben 13 secondi posti sono dietro all’Olimpia (dal 1936), nelle altre 5 un secondo posto fu con Siena, uno con Cantù e ben 3 dietro a Varese. Quindi il secondo posto è per la Virtus non un fatto occasionale ma una realtà consolifata che, da quasi novant’anni, ogni tanto si ripete. Non è nemmeno un record negativo quello dei 3 secondi posti consecutivi, infatti, prima dell’avvento dei play off, tra il 1957 e il 1960 la Virtus finì seconda dietro l’Olimpia per 4 anni consecutivi.
Il veleno come sempre nella coda del torneo
Premesso che perdere la finale contro una società che ha un budget stellare inavvicinabile in questo momento non è un disonore, tuttavia è giusto che la Virtus s’interroghi su come fare per arrivare a rimettere le mani sullo scudetto. Prima del roster tuttavia si dovranno sistemare i rapporti col “Palazzo”. Dopo la squallida operazione del 2022 con l’Ucraino a rompere gli equilibri delle terne arbitrali italiane, nel 2023 gli arbitraggi avevano rispecchiato la realtà arbitrale Italiana. Quest’anno dopo un buon inizio c’è stata l’entrata a gamba tesa (e anche il piede a martello per completare la metafora calcistica) del g.m. dell’Olimpia Christo Stavropoulos che, subito dopo gara 2, ha detto che fin lì gli arbitraggi non erano stati degni di una finale scudetto e che si augurava venissero sostituiti con arbitri all’altezza. A metà di una serie un’affermazione molto grave atta ad influenzare la classe arbitrale visto che viene dalla Società più ricca e potente del basket Italiano. Un qualsiasi altro dirigente sarebbe stato come minimo deferito ma per lui non se ne parla.
Tutti hanno visto quanto è successo, intendiamoci l’ultima rimessa di gara 3 è un’inezia, una goccia nel mare. Quello che è avvenuto prima ed è durato venti minuti effettivi (tutto il seecondo tempo) il vero problema, di episodi ce ne sarebbero una decina e chiunque può rivederli tranquillamente sulle piattaforme streaming on demand.
Intendiamoci non si parla di errori arbitrali, il basket da arbitrare è uno degli sport più complessi, tanto è vero che, da anni, si è sentita la necessità di metterne tre. Gli errori arbitrali sono all’ordine del giorno, un aiuto adesso viene dall’instant replay per le rimesse ma resta tutto il sommerso dei contatti che, in una gara, sono centinaia. Anche questo non sarebbe un problema : in una gara “normale” una volta gli arbitri possono sbagliare a favore dell’una o dell’altra. Le polemiche velenose nascono quando gli “errori” finiscono per favorire sempre ed inevitabilmente la stessa squadra.
La Virtus non può far finta di niente, questa volta si è passato il segno. In Eurolega da invitata con wild card la Virtus non può in pratica avere nessun potere, si sa, i proprietari della baracca sono gli Spagnoli, Greci e Turchi, gli arbitri fischiano per compiacere coloro che, attraverso l’Eca, li pagano. In Italia però la situazione è ben diversa, qui gli arbitri dovrebbero essere autonomi quindi nessuno, nemmeno il g.m. dell?Olimpia, dovrebbe permettersi di tirare per la giacca nessuno. Gara 1 e gara 2 hanno visto due ottimi arbitraggi che, evidentemente, agli occhi del dirigente Ea7, hanno avuto il difetto di aver consentito alle Vunere di poter andare sul 2 a 0. Non si è verficato perchè la Virtus in gara 1 ha dato un calcio al secchio del latte e nel supplementare Milano ha dominato. Quindi per Stavropoulos l’arbitraggio all’altezza della finale scudetto è quello che fa vincere la sua squadra,, ne prendano atto le altre 15 squadre della Lba.
Dopo 3 finali perse cambiare strategia pare inevitabile
La Virtus si trova nella condizione di dover scegliere se attuare una rivoluzione al proprio roster oppure operare dei semplici aggiustamenti. Il primo tassello dovrà indubbiamente essere quello di Luca Banchi, il coach Grossetano, ha fatto un lavoro straordinario, facendo annusare alla Virtus, dopo vent’anni, l’aria dei piani alti d’Eurolega, per gli addetti ai lavori le Vunere sono stati fino a gennaio le vera rivelazione della massima competizione Europea. Banchi ha un altro anno di contratto, pur immaginando che le sirene non manchino, soltanto la Virtus può rilasciarlo, dovrà solo trovarsi un altro assistente in quanto Lassi Tuovi si accaserà alla Nazionale Giapponese.
Hanno un contratto fino al 2025 Achille Polonara, Devontae Cacok (rientro dall’infortunio patito a Belgrado in Eurolega), Bruno Mascolo, Isaia Cordinier, Ognjien Dobric, Marco Belinelli, Bryant Dunston. Fino al 2026 Alessandro Pajola, Daniel Hackett, Ante Zizic e Leo Menalo. Toko Shengelia ha un contratto scaduto con un’opzione per il prossimo mentre Iffe Lundberg, Jordan Mickey e Awudu Abass sono in scadenza di contratto al prossimo 30 giugno.
Pertanto salvo cataclismi ad oggi impensabili la Virtus 2024-25 sarebbe questa : Cordinier, Belinelli, Pajola, Dobric, Mascolo, Menalo, Hackett, Cacok, Polonara, Dunston, Zizic. A questi si aggiungerà con molte probabilità Andrejs Grazulis, il 31enne Lettone ex Trento già fermato dalla Virtus ma reduce da un intervento al ginocchio e per questo in attesa di firma con le Vunere che, ovviamente, prima di firmarlo vorranno accertarsi della ritrovata efficienza fisica.
Due uscite pressochè sicure, altre due incerte
E’ molto probabile che la Virtus voglia liberarsi di due contratti molto onerosi come quelli di Iffe Lundberg e Jordan Mickey. Se il primo è stato un grande protagonista della stagione, il secondo ha avuto un rendimento talmente discontinuo da farne un giocatore inaffidabile da cui non sai mai cosa attenderti. Gli altri due nodi da sciogliere, fondamentali, sono quelli che riguardano Tornik’e Shengelia e Awudu Abass. Con il Georgiano una clausola del contratto prevede la possibilità di estensione al 2025, ovviamente tutto da decidere immagino la cifra e la durata, con il Comasco invece il contratto è scaduto e l’agenzia del giocatore ha fatto trapelare (tutte da verificare e dimostrare ovviamente) offerte dal Panathinaikos (2 anni + 1), dal Besiktas (squadra turca di Eurocup) e immancabile dall’Ea7. Probabilmente la Virtus cercherà di trattenere entrambi ma credo non verranno fatte follie secondo la logica che, salvo rare eccezioni, nessun giocatore è insostituibile a patto che arrivino altri di pari valore.