Il Parco dei Mostri a Bomarzo: storia e curiosità
Scritto da Redazione Lazio il 8 Luglio 2021

Immagine repertorio ©Flavia Scalambretti / AGF
Il Parco dei Mostri o Sacro Bosco si trova a Bomarzo (Viterbo) ed era originariamente collegato al Palazzo Orsini tramite un enorme giardino atto a produrre nel visitatore un evidente contrasto emotivo con la distensiva ed ordinata visione precedente.
La storia
Nel 1552 Vicino Orsini, figlio del Signore di Bomarzo e residente nell’omonimo paese, decise di ideare un giardino meraviglioso in cui mistero, fantasia e mitologia si fondono.
Molti sostengono che il giardino fosse dedicato alla moglie Giulia, per altri, invece, si tratta solo della volontà del sovrano di voler stupire i visitatori con la stravaganza delle sue costruzioni.
Una stravaganza affidata all’architetto napoletano Pirro Ligorio per trovare così tre ettari di figure imponenti, mostruose e metaforiche.
Il Parco
Ad aprire il percorso, due emblematiche sfingi che accolgono i visitatori, poi, in ordine di apparizione, un proteo, due giganti, tre ninfee e un nettuno, Pegaso, un monumentale dio Nettuno, una balena, una tartaruga, un elefante, un drago e un orco. Salendo verso il mausoleo si trovano invece sirene, orsi, Persefone, dea e il pauroso cane Cerbero.
Troviamo persino una casa pendente, costruita su un masso inclinato e decisamente storta, i cui interni pendono in senso opposto all’esterno, a creare un senso di smarrimento totale.
Nel Parco di Bomarzo tutto è simbologia, un percorso mistico capace di richiamare in più passaggi, il viaggio dantesco nella Divina Commedia. Indovinelli e frasi enigmatiche, sparse qua e là nel parco dei Mostri, non fanno che rendere il mistero ancora più denso e affascinante.
Dopo la morte di Vicino Orsini il parco e le sue sculture versarono in uno stato d’abbandono finché un gruppo di intellettuali ed artisti del Novecento non decisero di rivalutarlo, contribuendo alla notorietà di cui il luogo gode tutt’oggi.