“Il gusto della bellezza”: un documentario sui prati stabili della Valle del Mincio

Scritto da il 18 Novembre 2021

 

I prati stabili mostrati e raccontati attraverso le innumerevoli forme di vita che li abitano, il fascino dei paesaggi che li accolgono e la ricchezza delle produzioni a cui danno vita. Sono gli elementi di conoscenza che offre il documentario “Il gusto della bellezza”, realizzato dal Parco del Mincio nell’ambito del progetto integrato d’area “Valorizzazione del territori dei prati stabili della Valle del Mincio con il cofinanziamento del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale di Regione Lombardia.

Girato dal regista Luigi Cammarota, già autore di numerosi servizi per la trasmissione di Rai3 Geo&Geo, il documentario esplora il paesaggio agrario dei Prati stabili della Valle del Mincio, unico e affascinante, formato da prati spontanei, filari di alberi e boschi che circondano centri abitati a misura d’uomo.

“Chi meglio degli insetti può testimoniare un ecosistema vegetale? Api, bombi, farfalle, impollinatori di ogni sorta insieme a molti altri animali, aironi, cicogne, anfibi e mammiferi di ogni specie, sono i primi sponsor di una delle colture più antiche e pregiate: i prati stabili” scandisce la voce narrante mentre scorrono le prime immagini.

“La telecamera passa in rassegna le rilevanze floro-faunistiche che compongono la ricca biodiversità dell’antica coltura dei prati stabili – spiega il Presidente del Parco Maurizio Pellizzer – un habitat sul quale il Parco, con questo e altri progetti, in sinergia con i comuni, le latterie e le aziende agricole sta puntando in termini sia di marketing territoriale che di tutela”.

prati stabili vantano il primato di riunire 60 specie erbacee in un metro quadrato, contro le 20 di un comune medicaio e riprende le varie specie di insetti, anfibi e uccelli che questo habitat alimenta. Dalle scenografiche cicogne bianche, agli aironi guardabuoi.

Il racconto prosegue ripercorrendo l’origine dei prati stabili e la loro diffusione nella Valle del Mincio, dove tutt’ora vengono lavorati senza aratura né semina, ma semplicemente con concime naturale e irrigazione a scorrimento. Il foraggio che ne deriva, estremamente pregiato e naturale, viene selezionato per la filiera di produzione del Grana Padano DOP dei Prati Stabili, che il documentario descrive mostrando le fasi della lavorazione nei caseifici locali.

La narrazione del territorio si sofferma sui paesi in cui la coltura è particolarmente diffusa: Goito e il suggestivo lungo fiume e il parco Bertone, la verde MarmiroloPorto Mantovano con le grandi corti storiche rurali e l’affaccio sulla zona umida delle Valli del Mincio a Soave, Volta Mantovana e i giardini all’italiana quattrocenteschi, Roverbella  e i suoi canali antichi.

L’obiettivo del regista risale anche le antiche vie della “transumanza”, quando le vacche da latte scendevano dagli alpeggi del monte Baldo per svernare nelle verdi terre allora ancor più ricoperte dalle praterie naturali, e raccoglie i racconti di alcuni testimoni.


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