Hinchada Diferente – Claudio Pizarro: il “Bomber delle Ande” che faceva tremare la Germania

Scritto da il 2 Ottobre 2020

Sport – Il 15 settembre 2020 il Bayern Monaco, detentore della Champions League e incontrastato campione di Germania dalla stagione 2012-2013, ufficializzò come proprio ambasciatore nel mondo Claudio Pizarro.

Il 41enne ex attaccante peruviano si era ritirato pochi mesi prima nell’altro club dove fece storia, il Werder Brema: l’ultima partita giocata fu contro il Magonza il 27 giugno 2020 (KO per 3-1), poi non scese in campo ma soffrì dalla panchina nei durissimi spareggi per non lasciare la Bundesliga contro il Heidenheim, terzo in Zweite Liga. La salvezza fu raggiunta grazie alla regola dei gol fuori casa: 0-0 a Brema e 2-2 al ritorno nel Land di Baden.

L’intenzione di ritirarsi l’aveva manifestata prima dell’inizio della stagione 2019-2020, conclusa quindi in modo più che felice e avendo un ruolo più da uomo-spogliatoio che da protagonista in campo.

 

A Pizarro ho sempre detto che avrei voluto incontrarlo quando aveva tra i 24 e i 26 anni. È uno dei migliori finalizzatori che abbia mai visto.

Non è solo un attaccante d’area, ma ha anche un gioco magnifico. Mi ricorda molto Benzema. Ritirarsi a 41 anni è eccezionale e spero che rimanga nel mondo del calcio. Perché il calcio merita persone incredibili come Claudio”.

Queste parole di Pep Guardiola descrivono uno dei migliori attaccanti sudamericani degli anni Duemila. Venuto dal Perù, Pizarro conquistò la Germania a suon di gol con le maglie di Werder Brema e Bayern Monaco.

 

 

Un calcio tedesco che ha fatto la storia

Il Bayern ha scelto come rappresentante nel mondo un giocatore che nel calcio tedesco ha fatto veramente storia: Pizarro, nato in Perù a Callao il 3 ottobre 1978, è stato dal 2010 fino al 2019 il marcatore straniero più prolifico della Bundesliga con 197 gol in 490 presenze.

Il record lo strappò al brasiliano Élber il 23 ottobre 2010 facendo il gol numero 134 nella vittoria in trasferta per 4-1 contro il Borussia Monchengladbach.

L’impresa di Pizarro risulta ancora più incredibile se si pensa che non è stata fatta da un argentino o, nel caso di Élber, da un brasiliano, ma bensì da un peruviano, un paese di 9 milioni di abitante che ha vissuto calcisticamente i suoi migliori momenti tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta attraverso partecipazioni ai Mondiali (1970, ’78 e ’82) e la vittoria della Copa America nel 1975 (secondo successo dopo quello del 1939), prima di cadere nell’anonimato totale fino al rilancio avvenuto dal 2011 fino ad ora (due terzi posti in Copa America, il secondo posto nel 2019 e la partecipazione al Mondiale di Russia 2018).

Pizarro si è tenuto il record di bomber più prolifico del massimo campionato tedesco fino al 9 marzo 2019, quando lo superò quella impressionante macchina da gol polacca di nome Robert Lewandowski, il quale lo sorpassò con una doppietta nel 6-0 al Wolfsburg e attualmente ha segnato in Bundes 237 reti (74 con il Borussia Dortmund dal 2010 al 2014 e 163 con il Bayern Monaco).

Claudio resta così al secondo posto tra i marcatori stranieri e, per ora, al sesto posto nella classifica all time della Bundesliga.

 

La consacrazione di Claudio Pizarro

Claudio Pizarro Bosio, che ha origini italiane da parte dei bisnonni paterni (Brescia) e materni (Frattaminore, provincia di Napoli), ha iniziato a giocare a calcio nelle Giovanili dell’Academia Cantolao dal 1991 al 1995 e passò al professionismo nel 1996 con il Deportivo Pesquero (11 gol).

In patria ha giocato davvero molto poco, trovando però la consacrazione nel 1998-1999 con l’Alianza Lima, uno dei tre grandi del calcio peruviano con 24 campionato vinti (Universitario de Lima ne ha 26 e Sporting Cristal 19).

I 25 gol in 44 presenze con i bianchiblù della capitale gli valgono a solo 20 anni le prime presenze con la Nazionale (segnerà, tra più bassi che alti, 20 gol in 85 presenze dal 1999 fino al 2016 e otterrà nel 2015 un terzo posto in Copa America) e il trasferimento nell’estate del ’99 in Germania al Werder Brema, campione della Coppa locale contro il Bayern Monaco.

Il repertorio è già ampio: spiccano il colpo di testa, il piede destro capace di trovare la porta di fino o di potenza, il gioco sporco per i compagni e l’agilità fisica (è alto 1,84 cm per 84 kg) che gli permette di destreggiarsi contro difesa rocciose e di segnare quindi in vari modi, talvolta su calcio di punizione.

 

Gli anni in biancoverde

I due anni di Pizarro in biancoverde, con l’insolita maglia numero 10 sulla schiena, sono altalenanti in campionato (arrivano un nono posto, il mancato bis in DFB-Pokal cadendo per 3-0 contro il Bayern e un sesto posto), ma a livello realizzativo il ragazzo non sembra patire il cambio di continente e il salto di livello perché in Bundes segna 10 gol nel primo anno (il primo in assoluto è in un colpo di testa in un 5-0 al Kaiserslaurten) e 19 nel secondo (terzo in classifica cannonieri).

Questi numeri, nell’estate del 2001, spingono il Bayern Monaco neo-campione d’Europa (il 23 maggio ha battuto il Valencia ai calci di rigore al Meazza di Milano) a tesserarlo.

Pizarro in Baviera diventa immediatamente titolare, prima in coppia con Élber fino al 2003 e fino al 2007 con l’olandese Roy Makaay.

Il 27 novembre arriva il primo titolo, ossia la Coppa Intercontinentale alzata a Yokohama dopo aver battuto per 1-0 il Boca Juniors, ma è dal 2002-2003 che la bacheca di Pizarro comincia a riempirsi sul serio:

  • 3 doppiette Bundesliga-DFB-Pokal (2003, 2005 e 2006)
  • 2 Coppe di Lega (2004 e 2007)
  • nella DFB-Pokal segna nelle Finali del 2003 (azione da urlo che vale il definitivo 3-1 al Kaiserslaurten) e del 2006 (1-0 al Francoforte) e ne diventa capocannoniere nel 2005 e nel 2006;
  • nel 2005 riceve il premio di miglior sudamericano in Europa.

I gol non mancano: nel 2007, nell’ultima giornata del campionato, segna l’ultimo gol nel 5-2 contro il Magonza che in un colpo solo corrisponde al 100° con la maglia del Bayern e il 100° in Bundesliga.

Al termine di quella annata Pizarro si trasferisce al Chelsea. Die Anden-Bomber (“Il Bomber delle Ande”, come l’hanno soprannominato i tifosi del Bayern) lascia insieme a Makaay, ma saranno sostituiti da Luca Toni e Miroslav Klose.

 

Pizarro al Chelsea

La stagione di Pizarro al Chelsea è un fallimento: il peruviano esordisce sbagliando uno dei rigori nella Community Shield contro il Manchester United (vincerà 3-0 nella serie), mentre in Premier League non riesce a ingranare (in 21 presenze segnerà solo 2 gol, entrambi al Birmingham alla prima giornata di andata e di ritorno) e, insieme all’altro bomber di lusso Shevchenko, viene oscurato dalla carismatica predominanza di Drogba e dalla eccentrica versatilità di Anelka.

Non lo aiuta nemmeno il cambio in panchina (via Mourinho dopo sette giornate, dentro l’israeliano Avram Grant) e la beffa conclusiva sarà la Finale di Champions League persa ai rigori a Mosca ancora contro il Manchester United (Pizarro dalla tribuna e Sheva dalla panchina guardano l’espulsione di Drogba nei supplementari e il rigore decisivo parato da Van der Sar ad Anelka).

Forse l’Inghilterra non era nelle corde di Pizarro, o forse non ha ricevuto la fiducia che aveva avuto in Germania. Fatto sta che nell’estate del 2008 il Chelsea lo cede senza particolari rimorsi al Werder Brema.

 

Il ritorno alle origini di Pizarro 

Pizarro torna alle origini, cambia numero (prende il 24) e fino al 2012 si rilancia andando quasi sempre in doppia cifra sommando tutte le competizioni. Le prime due sono tra le più spettacolari: in entrambe segna 28 reti complessive e forma una coppia pericolosissima con il brasiliano Diego.

Nel 2009 entrambi trascinano il Werder fino alla Finale di Coppa UEFA, ma a Istanbul Diego manca per squalifica. Claudio, nonostante si carichi la squadra sulle spalle, viene ben arginato dallo Shakhtar Donestk che vincerà per 2-1 ai supplementari.

L’amarezza per il KO europeo viene in parte cancellata dal primo trofeo in maglia biancoverde: la DFB-Pokal vinta per 1-0 contro il Leverkusen con un gol del giovane Ozil.

Nel 2010 Pizarro si laurea capocannoniere dell’Europa League, nuovo nome della Coppa UEFA, con 11 gol in 10 presenze. Come detto prima, sempre in quell’anno diventa il miglior marcatore straniero della Bundesliga superando l’ex compagno di attacco Élber.

 

Un deja vu del periodo al Bayern Monaco

La carriera di Pizarro sembra un deja vu quando nel 2012 viene riacquistato dal Bayern Monaco, dove indossa il vecchio numero 14 e resterà fino al 2015.

Questa volta Il Bomber delle Ande torna per fare la riserva di Mandzukic o di Mario Gómez e si toglie immediatamente il gusto di vincere il Triplete Bundesliga-Coppa di Germania-Champions League: agli ordini di Jupp Heynckes segna in totale 13 gol (4 in Champions come Ribery, meglio di loro solo Thomas Mueller con 8) in 28 presenze e diventa il primo peruviano campione d’Europa grazie al 2-1 del 25 maggio a Wembley contro il Borussia Dortmund.

Il 30 marzo 2013 realizza addirittura un poker nel 9-2 contro il malcapitatissimo Amburgo. Nella stagione 2013-2014 aggiunge al curriculum la Supercoppa Europea (battuto il Chelsea ai rigori) e il Mondiale per Club (2-0 sul Raja Casablanca) e, con Guardiola in panchina, segna in campionato 10 gol in 17 presenze.

Nell’ultimo anno ha molto meno spazio per via dell’arrivo di Lewandowski dal Borussia Dortmund e segna solo 1 gol in Coppa Nazionale nel 4-1 esterno al Munster. I numeri con il Bayern sono eccezionali: 327 presenze125 gol6 campionati5 Coppe di Germania2 Coppe di Lega1 Supercoppa di Germania1 Champions League1 Supercoppa UEFA1 Coppa Intercontinentale 1 Mondiale per club.

 

Il ritorno al Werder Brema

Pizarro nell’estate del 2015 torna al Werder Brema, ormai ridimensionato alla lotta per la salvezza e non verso le Coppe Europee. Questa stagione sarà l’ultima a livelli importanti per Claudio, in rete per 14 volte in 28 partite di Bundesliga.

Nell’anno successivo segna solo 1 gol e fa altrettanto nella stagione 2017-2018, quando retrocede con il Colonia. Dal 2018 fino a pochi mesi fa Pizarro ha concluso la carriera con il quarto ciclo nel Werder Brema, trovando gli ultimi 5 gol in Bundesliga prima del ritiro, festeggiato con la salvezza nei durissimi spareggi contro l’Heidenheim.

Nel marzo 2019 Lewandowski lo sorpassa come miglior bomber straniero del massimo campionato tedesco, ma il 16 febbraio Pizarro si prende un nuovo record: marcatore più anziano della Bundesliga grazie alla punizione al 96′ contro l’Hertha Berlino all’Olympiastadion. Anche con il Werder, pur vincendo molto poco, le statistiche sono importanti: 320 presenze 152 gol che lo rendono il miglior marcatore di sempre del club.

APPENDICE e GOL PARADE DI PIZARRO

Uno dei motivi per cui Pizarro è diventato famoso in Italia sono stati i gol nelle Coppe Europee contro le squadre italiane: 11 spartiti tra Inter (4), Milan (3), Sampdoria (2), Udinese (1) e Juventus (1). Era praticamente una sentenza.

 

 

Gol e giocate di Pizarro (Werder Brema e Bayern Monaco):

I migliori 10 momenti di Pizarro nella Bundesliga


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