FSL – Imprese, intervista a Gloria Trevisani di Crea-Si: “Innovazione tecnologica fondamentale per le imprese del settore moda in questo momento”

Scritto da il 21 Dicembre 2020


di Redazione

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Avete una lunga esperienza nel campo della moda, un settore in continua evoluzione, soprattutto in questi tempi. Come vi siete adattati alle esigenze dettate dal settore e dal mercato in questa fase?

I tempi di progettazione e di presentazione delle collezioni sul mercato si sono accorciati tantissimo. Spesso in una o due settimane dobbiamo consegnare delle collezioni complete. Ci viene richiesta precisione, qualità nelle finiture e velocità di esecuzione. Per rispondere al meglio a queste esigenze, abbiamo deciso di inserire in azienda un software di simulazione 3D, che ci permettesse di accorciare i tempi tecnici che intercorrono tra progettazione e time to market. Inutile dire che la pandemia ha impattato moltissimo sul mondo della moda, però andiamo avanti cercando di mettere tutta l’attenzione sui nostri collaboratori e sui clienti.

La tecnologia 3D è un valido alleato nella comunicazione tra fornitore e cliente?

Sicuramente aiuta nella condivisione della visione dell’ufficio stile. Vedendo il loro modello indossato da un avatar, si può lavorare in real time con l’ufficio stile e condividere osservazioni su volumi, proporzioni, posizionamento di stampa, tutto in pochi click del mouse. Una volta raggiunto il risultato desiderato in 3D bisogna poi verificarne la fattibilità trasferendo il modello su un CAD 2D, controllando tutti gli aspetti tecnici per ottenere una vestibilità perfetta.

Sicuramente. La tecnologia 3D permette di accelerare i processi: se prima, per vedere la vestibilità di un capo, il modellista doveva fare il cartamodello, mandarlo in taglio e far confezionare il capo e trascorreva quindi un giorno per vedere il capo finito, senza parlare degli sdifettamenti e delle modifiche da apportare sul prototipo, ora i primi risultati si possono già vedere in fase di progettazione.

La simulazione 3D è anche un ottimo supporto qualitativo al processo creativo: si realizza il prototipo solo una volta confermata la vestizione 3D, riducendo così tempi e costi sia di prototipia che di tessuto e accessori.

L’intero processo si svolge più velocemente poiché l’ufficio stile arriva prima ad individuare la soluzione più congeniale.

Questo avrà però portato ad un cambio di competenze nella figura del modellista?

Il modellista è oggi una figura altamente specializzata e in continua formazione. Agli inizi gran parte del suo lavoro si basava sul disegno a mano su carta, ciò richiedeva una grandissima maestria e tantissima pratica. A questa esperienza è stata poi aggiunta l’innovazione tecnologica, derivante dall’introduzione dei sistemi CAD in 2D, disegnando direttamente sul computer ciò che prima si faceva con matita e squadre. Ora al software 2D è stato affiancato quello 3D che va a dar forma, seppur virtuale, ai pezzi del modello creati digitalmente. Il 3D ha portato una vera e propria rivoluzione: il modellista crea in 2D, veste in 3D e scopre in anteprima le possibili criticità del capo, agendo preventivamente su di esse, riducendo quindi l’errore.

L’utilizzo del software 3D può essere utile per un’azienda in un momento come questo?

Le sue potenzialità sono enormi e il mondo della moda, a cui i tessuti e l’aspetto tattile è tanto caro, fa fatica a recepirne i vantaggi. Le decisioni vengono prese in modo più veloce, il margine di errore si riduce così come tempistiche e costi che di solito vengono affrontati per realizzare i prototipi e le variantature di colore e stampa.

I processi tradizionali sono stati rinnovati, adeguati alle esigenze di oggi, dandoci la possibilità di dar forma virtuale a tutte le nostre idee, nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile, creando fisicamente solo quelle vincenti.

Inoltre, le collezioni possono essere condivise in tutto il mondo, h24, e consultabili comodamente dai propri uffici o da casa propria. Siamo sempre più convinti che il futuro passi per la tecnologia 3D.

In questo momento di crisi per il settore come questo vi siete sentiti tutelati dallo Stato?

No. Purtroppo gli aiuti non sono stati sufficienti ma questo è un problema che va ben oltre il settore. Lo stato dovrebbe incentivare le aziende italiane a investire in tecnologia. Questa è la strada per restare su un mercato sempre più selettivo e complesso.


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