Emilia-Romagna, Modena – Si avvia verso la conclusione il processo a carico del 31enne Mohamed Gaaloul – unico imputato per il delitto di Alice Neri, la giovane mamma di Ravarino uccisa la notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 nelle campagne di Concordia sulla Secchia – per il quale la procura di Modena ha chiesto 30 anni di carcere.
Mercoledì scorso in Corte d’assise sono intervenute le parti civili, mercoledì prossimo termineranno; sarà poi la volta della difesa dell’imputato rappresentato dall’avvocato Roberto Ghini. Il 16 luglio dovrebbe arrivare la sentenza, salvo slittamenti non auspicabili vista anche la vicinanza con la scadenza dei termini di custodia cautelare.
L’avvocato Antonio Ingroia, che rappresenta Nicholas Negrini, il marito della vittima, ha revocato la costituzione di parte civile dichiarando di non condividere l’impostazione delle indagini – decisione legittima ma, al tempo stesso, inusuale – e ponendo a ragione di tale decisione alcune considerazioni tra le quali una riguardante l’incendio dell’auto: “Qual era il motivo per cui Gaaloul doveva dare fuoco all’auto e al corpo della vittima e doveva far sparire il cellulare – domanda Ingroia – visto che non poteva nascondere l’incontro notturno con lei?“.
Un’argomentazione che ha destato qualche perplessità in alcuni dei presenti perché non è certamente complesso capire come – volendo seguire la tesi della procura – l’incendio avrebbe potuto essere proprio il mezzo d’elezione per cancellare le tracce di quando accaduto.
Tracce che avrebbero potuto condurre più rapidamente verso chi si trovava con Alice in quelle ore, che avrebbero offerto una migliore lettura della dinamica omicidiaria. Tracce che, forse, avrebbero evitato in parte agli inquirenti un articolato lavoro di raccolta e analisi degli indizi e l’acquisizione di 1800 ore di telecamere pubbliche e private, pari a 75 giorni interi. Perché sì, questo è un processo indiziario, come lo sono la maggior parte dei processi per omicidio in Italia.
Certamente il fuoco è stato impietoso verso quel corpo innocente i cui resti sono stati mostrati al pubblico alcune settimane fa – a nostro personale parere in modo totalmente irriguardoso – nel corso di una diretta su YouTube. Tuttavia sappiamo che la morte di Alice Neri è avvenuta a causa di numerosi fendenti, uno dei quali inferto con tale brutalità da trascinare un frammento osseo fino nel cuore della vittima.
Durante un processo accadono molte cose, momenti di tensione, di rabbia, di dolore, di noia. Durante l’ultima udienza un momento, in particolare, ha reso vivo il silenzio di tutti i presenti: l’avvocato Cosimo Zaccaria, che rappresenta la mamma della vittima, Patrizia Montorsi, nella parte conclusiva del suo intervento, ha letto un post pubblicato da Alice il 5 maggio 2022, alcuni mesi prima di essere uccisa. Una lettera che Alice aveva trovato sul web e che aveva dedicato alla figlia.
Ed è forse proprio dai social – quei social che troppo spesso hanno ospitato rigurgiti beceri, commenti offensivi e moraleggianti, di persone pronte a distorcere la realtà , bramose di puntare il dito contro una donna che neppure conoscevano e che, almeno nell’animo, immaginiamo migliore di loro – che troviamo la testimonianza più bella per capire chi fosse Alice Neri. Per capire i valori che l’abitavano. Per sapere quanto amasse quella figlia a cui è stata strappata.
Ora aspettiamo che la Giustizia faccia il suo corso, nella speranza che quel fuoco possa finalmente essere spento.
Quando la vita ci allontanerà e non potrò più prendermi cura di te, non dimenticare mai quello che ti ho sempre detto: se ti piace una camicetta, te la metti e se ti piace una gonna, te la metti; se vuoi tagliarti i capelli, te li tagli e si ti vuoi truccare, ti trucchi; se ti piace una canzone la senti e se ti va di ballare, la balli; che non venga mai nessuno a dirti come devi vivere la tua vita.”
Se potessi darti 3 cose queste sarebbero:
1. La capacità di amare e avere molta autostima;
2. La forza di inseguire i tuoi sogni;
3. La capacità di comprendere che per essere felici devi solo approvare te stessa.
Non sei la continuazione del mio cognome o del mio modo di essere.
Non sei la mia appendice, sei molto di più….
Sei unica e meravigliosa.
Non sarai quello che non ho mai potuto essere, né ti lancerò lungo sentieri che non ho voluto percorrere.
Sii tutto quello che vuoi essere, finché ti rende felice, vendi gelati, illusioni, compra nuvole, insegui la vita e non seguire gli altri, non credere a quello che ti dicono, fallo solo se a te sembra che ti renda felice.
Sii timone, mai à ncora, sii mare, mai tempesta.

Alice Neri