nella foto Virtus : Scariolo e Messina qui in un’immagine rilassata, sicuramente da mercoledì non sarà così.
Tra campionati sospesi per la guerra, per la pandemia, quelli revocati a Siena (2) e mai più assegnati, avrebbe potuto essere lo scudetto n. 104, invece il traguardo dei cento è ancora lontano, gara 1
qui in un’immagine dal Paladozza un confronto Brunamonti – D’Antoni in un derby d’Italia stagione 1984-85
Tra campionati sospesi per la guerra, per la pandemia, quelli revocati a Siena (2) e mai più assegnati, avrebbe potuto essere lo scudetto n. 104, invece il traguardo dei cento è ancora lontano, gara 1 di finale tra Virtus e Olimpia sarà la 191ma sfida tra bianconeri e biancorossi in campionato, i milanesi avanti 108 a 81 (nella preistoria pure un pareggio), a Bologna però largamente avanti la Virtus. Per la quarta volta la sfida assegnerà lo scudetto e le tre precedenti sono andate a Bologna, ovviamente da quando esistono i play off. Prima però in molteplici occasioni i campionati si sono decisi con lo scontro tra le due formazioni in pratica in una gara secca quasi uno spareggio. In quegli anni la Virtus fu l’eterna seconda dopo aver cullato durante tutti i mesi del torneo l’illusione di ricucirsi il magico triangolino sul petto. Per ben 5 volte dal 1957 al 1961 il campionato fu un monologo di Milano con Bologna abbonata al secondo posto.
I play off hanno sconvolto tutto aumentando l’interesse degli spettatori, trovando altri interpreti sia in Italia che in Europa, sopratutto grazie a Varese e alla sua mitica Ignis. Dal ritorno in A1 dopo l’inopinata retrocessione del 2016 e l’arrivo della Segafredo la Virtus ha iniziato a recuperare sull’eterna rivale fino al campionato scorso col risultato che tutti conoscono. La botta è stata violenta per l’ambiente meneghino se è vero che il loro condottiero ha tenuto a sottolineare che esiste un’ossessione per la Virtus che non passerà finchè non ci sarà stata una vendetta (sportiva ovviamente).
Toni inusuali per l’uomo che denuncia una imprevista inadeguatezza al ruolo che gli è stato (anche auto) assegnato. Allenare una squadra è una professione che non ha nulla a che vedere con la politica sportiva. Chi non frequenta abitualmente i social, perchè giustamente pensa sia una perdita di tempo, non può rendersi conto del peso delle parole. Se l’ufficio stampa dell’Olimpia porterà a Messina una puntuale e giornaliera relazione su quanto si scrive sulle pagine social potrà notare il coach del livello di livore e cattiveria che anche le sue dichiarazioni hanno generato.
Altro tema scottante sollevato inopportunamente da Messina è quello arbitrale. Che gli arbitri Italiani siano ampiamente criticabili, come tutti coloro che svolgono un’attività professionale, è ampiamente giustificato. Detto che anche quelli europei non scherzano, il problema è ben altro e non solo quello della comunicazione tra arbitri e allenatori in campo. Il vero male del basket è oggi che gli arbitri consentono un gioco che non è più quello fissato dal regolamento tecnico. Le mani costantemente addosso all’avversario, le spinte laterali col bacino, le trattentute sui blocchi sono tutte azioni che, tollerate, hanno snaturato l’essenza del basket. Quindi il più titolato allenatore Italiano non può non vedere e non sapere dov’è il problema e, se non lo fa, avrà i suoi buoni mtivi ma certo il problema andava sollevato in altri tempi e sedi come tutti i suoi colleghi gli hanno fatto rilevare. Cosa c’entra la comunicazione col fatto che Rodriguez e Shields piuttosto che Teodosic e Belinelli debbano essere dotati di una terza mano perchè, all’uscita dei blocchi una la debbono usare per divincolarsi dagli avversari ? Provate a sedervi in parterre di un qualsiasi palasport in Italia e in Europa e, nonostante il frastuono, sentirete il rumore degli schiaffi sulle braccia degli attaccanti.
In ogni modo per parlare di arbitri ci sarà tempo visto che ad oggi non sono uscite ancora le designazioni, per la verità attese con una certa ansia per ciò che si è visto nei quarti e semifinali. Ai tanti altri vari problemi arbitrali si è aggiunta quella dei cambi delle terne già consolidate e affiatate per far posto a Ryzhik, arbitro Ucraino di Eurolega. I colleghi Italiani non l’hanno presa bene ma, nonostante ciò, gli è stata affidata quale 1° arbitro una semifinale di play off. Purtroppo direzione di gara pessima di tutta la terna, due errori grossolani che potevano costare carissimo se il risultato fosse stato in bilico. E’ del tutto evidente che fare esperimenti a ridosso dei play off non sia una genialata. Quindi qualcosa si dovrà fare per garantire alla finale un degno spettacolo e possibilmente poche polemiche, visto che già ne verranno da sole.
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