Il primo allenamento ieri eliminando il giorno di riposo, domani alle 14 la presentazione ufficiale presso la Casa Virtus Alfasigma prima della partenza per Vitoria
Nella foto Virtus : il neo allenatore della Virtus Dusko Ivanovic è già al lavoro
La cultura del lavoro alla base della filosofia del nuovo coach
Allena da oltre 20 anni Dusko Ivanovic giocatore prima e allenatore poi di grande successo. A 67 anni da ancora l’impressione che, se volesse, qualche minuto sul parquet potrebbe ancora farlo. Si porta dietro l’etichetta del “sergente di ferro” in un ambiente che per convenienza e frettolosità di appicciccare etichette non vede l’ora. Si favoleggia di allenamenti ad oltranza di molte ore, con fatiche fisiche disumane. Molti luoghi comuni tirati in ballo da chi aveva o ha interesse a renderlo antipatico ai più.
Dusko è un coach che crede che i lavoro paghi e che in palestra si va per imparare e migliorare, Che sia un allenatore che tutte le società vorrebbero è dimostrato dai risultati che ha raggiunto restando, pur con 2 interruzioni, 12 anni complessivamente nello stesso ambiente di lavoro che è diventata la sua seconda casa : Vitoria. Se pensiamo che qui in 8 anni sono cambiati 6 allenatori Ramagli, Sacripanti, Djordievic, Scariolo, Banchi e Ivanovic è facilmente intuibile comprendere cosa abbia significato Ivanovic per la squadra e la città capitale non solo di una provincia ma di un vero popolo con grandi spinte autonomistiche come i Paesi Baschi.
Con le Vunere ha avuto incroci pericolosi
La Virtus non può generare in Dusko buoni ricordi innnzitutto perchè il Montenegrino era il capo allenatore del Tau Vitoria sconfitto nell’Eurolega dalla Virtus di Messina che avrebbe poi realizzato il grande Slam anno 2000 ; poi perchè una sconfitta con la Stella Rossa proprio in Eurolega contro la Virtus portarono al suo esonero dopo soli 3 mesi di stagione (suo assitente a Belgrado Nenad Jacovljevic). Tuttavia il tempo come sempre è stato galantuomo e i rossoblu baschi non si sono fatti sfuggire l’occasione di riprenderlo e affidargli una squadra in grave crisi (2 sole vittorie) che Dusko ha portato ai play in prima e ai play off poi proprio a spese della Virtus.
I giocatori che sono stati allenati da lui in genere lo ricordano con gratitudine perchè Dusko è indubbiamente un grande motivatore, oltrechè tecnicamente molto valido, uno che riesce ad ottenere dai suoi il 101%. Gli piacciono le regole nel gruppo ma in campo gli piacciono i giocatori che prendono iniziative ma senza fronzoli, pretende la semplicità e la linearità.
La Virtus aveva bisogno di una scossa
La squadra, fino a pochi giorni fa di Luca Banchi, non era una squadra allo sbando : seconda in Lba con 2 sconfitte ed in Eurolega 11 sconfitte su 13 ma con 7 gare perse per meno di un possesso o all’ ultimo tiro. Era una squadra con scarsa fiducia nei propri mezzi che tuttavia aveva condotto nel punteggio per buona parte delle gare poi perdute. Serviva pertanto una scossa positiva che riuscisse a dare morale e fiducia ad una squadra depressa.
Qualcuno ha visto, già a Milano, qualche miglioramento. Se c’è stato si tratta di un diverso approccio alla partita e una maggior convinzione nei propri mezzi. D’altronde la semplice constatazione che uno degli allenatori più navigati dell’Eurolega abbia accettato la sfida di allenare questo gruppo dev’essere stata un’inieezione di fiducia. All’atto pratico a Milano ci sono stati sempre in campo spesso due portatori di palla, è stata data fiducia a Grazulis in posizione di ala con Shengelia da centro (visto che Grazulis ha più tiro di Shengelia scelta logica), fiducia a Zizic sotto canestro, in difesa un maggior impegno per il cambio sistematico in cui tutti cambiano su tutti e un raddoppio costante sul pick and roll per il passaggio al rollante. Il cambio sistematico dovrebbe essere una logica in una squadra che ha due play oltre 1.95 (solo Morgan meno di 1.90) e guardie e ali tutte di almeno 2 metri. Domani sentiremo dalla viva voce d’Ivanovic che cosa ne pensa.
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