Libri, “Dizionario politicamente scorretto. Dalla cancel culture a Donald Trump”: intervista a Filippo Facci

Scritto da il 11 Giugno 2025

Il “Dizionario politicamente scorretto” (Liberilibri, 2025) è l’ultima fatica di Filippo Facci, fatica davvero perché l’autore ha scritto questo libro “solo per fare un favore all’editore“, rivolgendosi ad un pubblico di “ignoranti di una certa levatura culturale“. Una buona partenza che prelude una buona lettura.

Gli argomenti però non sono i soliti sui quali si scontrano favorevoli e contrari al politicamente corretto, promotori del free speech, conservatori, progressisti o radical chic liberali con tutto/e/i/ə  fuorché con le parole.

Facci, da buon alpinista, riduce il tema all’essenziale e si concentra su chi le parole le produce, l’uomo: “La nostra epoca, woke e anche no, si sente al vertice della civilizzazione, ovvio, ma se ne sentivano al vertice anche gli Aztechi coi loro sacrifici, i Romani coi loro circhi, i cristiani con le loro inquisizioni“.

Per l’autore “restiamo un terzo tipo di scimpanzé nella famiglia delle scimmie antropomorfe” con le quali condividiamo “oltre il 98,6 percento del Dna“, il che alla fine ci porta a essere “schiavi di pulsioni innate“, una realtà che non potrà certo mutare grazie a elitari interventi di correzione del linguaggio.

Però questo dizionario è anche un viaggio nelle “parole totem” del politicamente corretto e Filippo Facci, con la sua scontrosa, tagliente e intelligente ironia, non annoia il lettore neppure per un secondo. Alla fine l’obiettivo dichiarato del libro è “spaventare, allarmare e far desiderare di lanciarlo dall’altra parte della stanza” (a noi, alla fine dell’intervista, lo ha lanciato addosso, a voi consiglia di comprarlo e, se proprio dovete, di leggerlo).

 

 

Filippo Facci e il suo “Dizionario politicamente scorretto

 

 

“La battaglia contro il conformismo è un compito infinito per chi si batte per la libertà di pensiero. E una tale libertà passa, inevitabilmente, per quella di poter parlare. Se certe cose non si possono dire è impossibile anche pensarle.

 

Così la censura della parola diviene polizia del pensiero, ma chi controlla il pensiero controlla e modifica la realtà. In questo libro anomalo, costruito come un vero e proprio dizionario, Filippo Facci ci consegna un campionario di vocaboli ed espressioni che ci siamo abituati a utilizzare e che sono entrati nelle nostre teste attraverso la nostra bocca, quasi senza accorgercene.

 

Tali parole, sottili e impalpabili come sono tutti i suoni, hanno dato un nuovo volto al nostro mondo. Ed è un volto tutt’altro che rassicurante. A questo nuovo linguaggio, Facci affianca i termini e i concetti che sono diventati indicibili, impronunciabili, che ci vergogniamo persino di pensare, pur essendo parte costitutiva della realtà che viviamo.

 

Una realtà che spesso rifiutiamo nelle sue declinazioni oggettive e biologiche, e che cerchiamo di plasmare attraverso lo stravolgimento del linguaggio.

 

Dal dizionario emerge un ritratto deformato, e proprio per questo fedelissimo, del nostro mondo ricostruito e disvelato attraverso quelle stesse parole che sono, da sempre, un’arma a doppio taglio: capace di generare libertà, così come di cancellarla. Ecco perché è indispensabile capire le parole, spesso interamente distorte, anche e soprattutto quando non ci piacciono”.

 


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