Diego Bitetto: “La mia musica nasce da esperienze di vita”

Scritto da il 3 Luglio 2020

Fra i tanti messaggi che arrivano sulla nostra pagina facebook, a colpirci in modo particolare è stata la storia del 38enne cantautore Diego Bitetto.

Pianista con formazione classica, maturata grazie al lungo percorso iniziato all’età di soli 5 anni e perfezionata da privatista presso il conservatorio “Paganini” di Genova, Bitetto è un cantautore e compositore raffinato, capace di incantare per i suoi testi carichi di significati, poichè intrisi di esperienze personali, accompagnate da una cesellata selezione di suoni e note.

I testi, carichi di elementi ricercati, sono frutto di una predisposizione naturale alla scrittura che lo ha portato a pubblicare, a soli 16 anni, il volume “I senza nome”, scritto in italiano antico e prodotto dalla Firenze Libri.

Il progetto artistico dei giorni nostri nasce da decine di canzoni scritte dai 16 ai 38 anni. Di 38 canzoni ritenute editabili ne sono state scelte 15, arrangiate con un impronta classica nella quale emerge la scuola dei cantautori genovesi, con ovvio rimando a Fabrizio De Andrè.

L’album “Il Giardino di Mai” ha partecipato al “Premio Tenco 2020” con ottime recensioni di critici quotati nel settore della musica, come Alberto Marchetti, critico musicale per la rivista “Vinile”.

La curiosità: L’artista, assieme alla famiglia, ha completato un investimento importante per aprire un”Bed and Breakfast” di lusso ricavato dalla ristrutturazione di una parte della villa patronale nella zona di Montabone in Provincia di Asti.

In tale struttura, denominata “Il Giardino di Mai”, sono soliti riunirsi vari artisti per discutere di elementi culturali ed intellettuali.

Le produzioni più importanti del primo album “Il Giardino di Mai”:

  • “Il Giardino di Mai”, produzione principale che da il nome anche all’album e parla della storia di un ragazzo con disabilità congnitive;
  • “La donna di Uri”, composizione che racconta aneddoti riguardanti l’amata nonna dell’autore;
  • “Gian delle finestre”, che descrive le esperienze lavorative presso una falegnameria dell’acquese e “Due Quadri di Chagall”, un brano che rievoca per suoni e parole le atmosfere magiche del celebre pittore russo naturalizzato francese, apprezzato particolarmente da Lola Duràn Ùcar, una delle sue massime studiose e delle principali curatrici delle esposizioni delle sue opere nel mondo.

 


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