Caffè Lungo: L’impresa inutile

Scritto da il 14 Ottobre 2019

Immaginate di essere bravi in qualcosa anzi, più che bravi, i migliori. Immaginate che ogni giorno la vostra vita si focalizzi sempre di più sul miglioramento, con impegno, sudore e dedizione. Immaginate di fare un record mai riuscito a nessuno ma, in questo senso, pensate in grande: siete i primi esseri umani nel corso della storia a centrare quel traguardo. Immaginate anche che quest’impresa non potrà essere ricordata né segnata in alcun albo.

Bene, passiamo dalla fantasia alla realtà, perché questo fatto è successo davvero. Eliud Kipchoge, corridore etiope, durante la maratona di Vienna ha stabilito un record mai riuscito ad anima viva: completare il percorso di quarantadue e rotti chilometri in meno di due ore. “Volevo ispirare tante persone, nell’idea di spingersi oltre i limiti umani, ci ho provato tante volte e questa volta ci sono riuscito” il commento di Eliud al termine della sua performance che, tuttavia non sarà omologata.

La maratona di Vienna non è considerata una gara ufficiale dalla Iaaf, senza dimenticare che in questa competizione l’atleta era “aiutato” dalle cosiddette lepri, una quarantina di corridori professionisti che si danno il cambio durante il percorso affiancando il nostro runner in formazione aerodinamica. Runner che, però, non si dà il cambio con nessuno. Ad ogni modo, resta il fatto che uno dei traguardi più importanti della storia umana e dello sport, ovvero l’abbattimento del muro delle due ore della maratona, non verrà registrato. Tanta fatica per nulla, verrebbe da dire.

Chissà quale sarà stato l’umore di Eliud dopo aver appreso che la sua è stata sì un’impresa, ma un’impresa inutile. Non lo so, ma quel che so è che se io fossi in lui, bellamente, me ne fregherei. Anche senza un riconoscimento ufficiale, saprei di essere stato il primo e forse unico uomo ad aver realizzato questo obiettivo. Una cosa da raccontare ai nipoti, dicendo loro: “Vi ho mai raccontato del giorno in cui ho scritto lo storia, ma non me lo omologarono?”. Federico Bonati 


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