Parliamo di sesso e sessualità con Livio Ricciardi: dialogare bene per godere meglio

Scritto da il 17 Luglio 2022

Livio Ricciardi parla di sesso su Instagram promuovendo l’importanza della comunicazione per vivere bene la sessualità 

 

Livio Ricciardi, romano classe 1998, è un consulente sessuale che da qualche anno si occupa di divulgazione anche su Instagram dove tratta i vari temi riguardanti il mondo del sesso e dell’affettività.

Laureato in psicologia e processi sociali, con un Master in sessualità tipica e atipica, dal 2020 conduce rubriche volte all’informazione sessuo-affettiva e “normalizzanti” (spiegherà nell’intervista cosa intende) e nel 2022 lanzia il podcast “FACCIAMOLO” in cui espande la propria attività divulgativa.

Inoltre, è il cantante del progetto R&B Leaveyou in collaborazione con Leonardo Cococcia

 

 L’intervista 

 

Livio Ricciardi

 

Tratti tematiche molto personali, eppure sui social in molti condividono con te le proprie esperienze. Le persone hanno bisogno di parlare di ciò che attiene alla sfera sessuale? 

Sono innanzitutto contentissimo che la gente riesca a fidarsi e a parlare di cose così personali.

Ce n’è assolutamente bisogno, anche perché le tematiche relazionali e, soprattutto, sessuali, creano sempre  questo mistero per cui è difficile aprirsi, parlarne e rivelarsi.

 

Sui social fai una distinzione chiara tra il semplice consiglio dato online e il percorso terapeutico che, in certi casi, una persona può avere la necessità di affrontare… 

Assolutamente vero. A volte ci affidiamo forse troppo al commento sui social quando, in realtà, ogni situazione vive in un mondo individuale e personale che rende il percorso, la consulenza e la terapia da affrontare di ogni individuo specifica.

La divulgazione ha il compito di orientare e far acquisire consapevolezza, togliere dubbi e magari qualche paranoia. 

 

Qual è la differenza tra educazione sessuale ed educazione affettiva?  

Sono due aspetti che dovrebbero andare di pari passo. In Italia si fa molta fatica ad affrontare queste tematiche ma è importante coniugare questi due elementi.

Sarebbe importantissimo realizzare un’educazione emotiva, fare un’educazione alla relazionalità, capire come confrontarsi con l’altro per stimolare l’intelligenza emotiva.

Nel sistema scolastico c’è, giustamente, molta considerazione dell’intelligenza logica, ma nel mondo relazionale c’è tanto bisogno anche di intelligenza emotiva.

Invece, per quanto riguarda l’aspetto sessuale è importante capire come funziona la sessualità in sé, uscire dalla visione caricaturale della pornografia, pur essendo giusto che esista, data l’assenza di educazione sessuale rischia di essere l’unico mezzo di riferimento per conoscere questo ambito. Ma la realtà è un’altra. 

 

Quando tu dici che andrebbe fatta educazione affettiva e sessuale, in che contesto, a quale età e in quali luoghi intendi? 

Anche dalla scuola materna, senza esporre il bambino a contenuti sessuali espliciti, ma con modelli che spieghino le differenze di genere fra maschio e femmina: dalla costituzione del corpo o semplicemente dal concetto di consenso. Per poi affrontare, verso le superiori, tematiche un po’ più esplicite.

Un’educazione all’affettività volta a comprendere il funzionamento dell’interazione umana. Cercare di capire, tornando al concetto di consenso, se una persona vuole stare in quella situazione, se è consenziente. Questo si può fare fin da piccolissimi.

Si può poi passare, come dicevo prima, alla consapevolezza della differenza dei corpi, spiegare discorsi relativi all’orientamento sessuale e così via.

Quando si pensa all’educazione sessuale si pensa a un qualcosa di esplicito, al preservativo sulla banana che viene fatto vedere alle scuole medie.

In realtà l’educazione sessuale e l’educazione all’affettività dovrebbero essere un qualcosa di progressivo, per cui sono stati studiati modelli appositi, con l’obiettivo di introdurre a questo mondo con delicatezza. 

 

Su Instagram hai una rubrica dedicata ai momenti imbarazzanti. Di cosa parli e quali sono i racconti più frequenti?  

Faccio una rubrica il giovedì dal nome “Esperienze bruttine“, molto ironica, che ha fine ultimo di normalizzare il fatto che la sessualità possa essere anche imbarazzante, impacciata e un po’ goffa, diversamente dal concetto perfezionista che siamo abituati ad avere.

Il sesso può essere anche imbarazzante o impacciato, ed è giusto che sia anche così. Io dico sempre ai miei clienti che, ogni volta che si incontra sessualmente una nuova persona, è un po’ come tornare vergini, non sapendo ancora come funzioni quella persona dal punto di vista sessuale. 

È giusto quindi avere il momento di imbarazzo, la scivolata, l’importante è cercare di non viverla male ma farci una risata sopra cercando di imparare da un potenziale errore, viverla con molta più leggerezza e con molto più divertimento. Spesso ci dimentichiamo che prima di tutto la sessualità è piacere e divertimento. 

Per quanto riguarda le esperienze, quando siamo in estate escono racconti relativi alla sudorazione eccessiva oppure, in una delle puntate precedenti, c’era il racconto di due ragazzi appartati in macchina che, mentre facevano le loro cose, lui per prendere aria teneva la testa fuori dal finestrino.

Oppure capita il racconto su persone che, prima di iniziare l’atto sessuale, nel momento in cui si spogliano, invece di lasciare i vestiti sparsi per la stanza presi dall’impeto del momento li piegano e li mettono a posto tutti ordinati.  

 

Si pensa che aver avuto tanti partner sessuali sia un sinonimo di virilità. Tuttavia, spesso, i rapporti più soddisfacenti si possono avere con un partner che si conosce bene e di cui si conoscono i gusti. 

Io penso che la vera virilità (potenza sessuale) stia nella capacità di ascoltare e di imparare a conoscersi nella costruzione di un’intimità. 

Spesso pensiamo che l’intimità vada trovata. Possono capitare persone che dicono che con un partner non ci sia chimica. Avere chimica fin da subito con un partner è una cosa che può capitare nella vita, ma non è la statistica prevalente. L’intimità va costruita.

Ognuno di noi ha delle cose che ci accendono e spengono a letto, ognuno di noi ha delle preferenze, la cosa più importante all’interno della costruzione di un legame sessuale è quella di conoscersi, capirsi, farsi delle domande (magari non durante il rapporto).

Cercare di costruire, di trovare un punto di incontro nella sessualità che consenta di divertirsi e di trovare piacere.

Dobbiamo spostare il valore sessuale dall’esperienza che uno ha a letto verso una capacità di ascolto, un’empatia, una connessione sessuale,  piuttosto che verso una “tecnica magica” che al partner potrebbe non piacere. 

 

Quali sono i principali timori che vengono condivisi dagli uomini e dalle donne e, genericamente parlando, come si possono affrontare? 

Se vogliamo fare una distinzione di genere, l’uomo ha più difficoltà a letto quando entra in un’ottica di performance, soprattutto inerente a durata, erezione e soddisfazione della donna.

L’uomo è molto più spostato su una dimensione altruistica in modo non sano: la soddisfazione dell’uomo deriva dalla soddisfazione della donna. Questo eccessivo altruismo può talvolta a causare una serie di paranoie, innestando molta negatività nella vita sessuale della persona. 

La donna può fare discorsi sulla performance ma, spesso, si concentra sul proprio aspetto fisico, arrivando in certi casi a pensare che la smagliatura, la ruga, un muscolo tonico, sodo, o la consistenza del seno non vadano bene e che possano non piacere al partner.

Abbiamo quindi un aspetto più performativo e un aspetto più estetico intorno al quale si possono creare un sacco di paranoie. Sono queste le cose che normalmente vanno a destare più preoccupazione all’interno delle persone.   

L’importante è spostarsi verso una dimensione comunicativa, che riesca a farci distendere.

Anche come nel caso precedente della prima volta con un nuovo partner, se dovesse prenderci un po’ d’ansia, è bene farlo presente piuttosto che creare una tensione che ce la farebbe vivere male, senza che l’altro partner capisca.

È sempre bene comunicare, essere espliciti e ricordarsi che stiamo facendo una cosa potenzialmente assolutamente divertente. Se posso essere esplicito spesso dico: “ricordatevi che state a’ scopà!”.   

 

Quanto è importante parlarsi e dirsi le cose per vivere al meglio la sessualità e il rapporto con il proprio partner? 

Di base viviamo in una cultura della tensione in cui ci aspettiamo che il partner capisca cosa pensiamo tramite i messaggi indiretti che gli mandiamo.

C’è con molta difficoltà a mettere in campo ciò che si pensa in maniera esplicita, mettersi al tavolino facendo presente ciò che si vive, dalla semplice esigenza a letto alla mancanza a livello relazionale.

È fondamentale imparare a comunicare perché ognuno ha un modo di esprimersi diverso, c’è chi si esprime più a gesti e chi si esprime più a parole.

Per questo è bene comunicare in modo esplicito, cercando di capirsi, cercando di costruire assieme i propri punti di incontro, da una questione relazionale a una posizione a letto che magari a uno dei due partner non piace.

L’importante è evitare quelle frasi tipiche tipo “deve averlo capito da sé” oppure “gliel’ho fatto capire” e dire ciò che si pensa, con assertività e senza aggressività, cercando di ricordarsi che quando si discute e si contratta all’interno della relazione non siamo l’uno contro l’altro, ma stiamo lavorando assieme. 

 

Oltre alla divulgazione e alla consulenza hai anche un’attività artistica musicale. C’è un collegamento tra le varie cose di cui ti occupi? 

Ho un progetto R&B abbastanza recente che si chiama Leaveyou. Ho sempre fatto musica dal liceo e ho avuto vari progetti sperimentali. Adesso mi sono focalizzato su questo genere.

Tipicamente le tematiche che tratto riguardano amore e sesso, messe in modo meno esplicito e più annesse al sound. 

 

 

Livio Ricciardi

 

 

 


Traccia corrente

Titolo

Artista

Background