19° anniversario dell’assassinio di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove br. Il Presidente Mattarella: “Il terrorismo è stato sconfitto dall’unità del popolo italiano “

Scritto da il 19 Marzo 2021

(© Foto Franco Cavassi / AGF)

In occasione del diciannovesimo anniversario dell’assassinio da parte delle nuove br del giuslavorista Marco Biagi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«L’agguato e la morte per mano assassina di Marco Biagi hanno impresso nella memoria della nostra comunità nazionale un segno profondo che non può essere cancellato. Nel giorno dell’anniversario il primo pensiero di intensa solidarietà è rivolto alla signora Marina Orlandi Biagi e ai familiari, costretti a sopportare negli anni il dolore più straziante, e tuttavia capaci, insieme ad amici e colleghi del professor Biagi, di proseguire la ricerca da lui iniziata e di svilupparne riflessioni e studi rendendo sempre più ampio e approfondito il confronto sui temi del diritto del lavoro e delle relazioni industriali.

Proprio questo i terroristi volevano colpire: lo studio delle trasformazioni economiche e sociali, la libera discussione orientata alle migliori scelte politiche e legislative, l’incessante ricerca di punti di equilibrio tra i molteplici interessi al fine di garantire sviluppo e coesione sociale. Nel delirio ideologico della banda brigatista, dovevano essere spezzati quei fili che collegavano le Istituzioni alla società, le decisioni politiche al necessario fondamento di competenze, di confronto intellettuale, di connessione con le aspirazioni delle parti sociali.

Come Biagi furono barbaramente uccisi Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D’Antona che non possiamo non ricordare insieme, perché li accomunavano la passione negli studi e la generosità dell’impegno pur nelle differenze che rendono viva la democrazia.
Il terrorismo è stato sconfitto dall’unità del popolo italiano e dalla consapevolezza che la libertà e i principi sanciti dalla Costituzione restano la cornice indispensabile di ogni progresso civile e sociale. Il fanatismo e l’odio portano sempre all’imbarbarimento e al declino: è questa una lezione che viene dai momenti più difficili della nostra storia e che mai va dimenticata».

Anche la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha ricordato il giurista dichiarando: «Il 19 marzo 2002, in un vile agguato, moriva Marco Biagi, giuslavorista e accademico di grande visione. In lui i terroristi vollero colpire lo studioso che puntava a innovare il Paese e adeguare il mondo del lavoro ai cambiamenti sociali ed economici. Le sue idee e il suo impegno continuano a vivere nel ricordo e nel lavoro di chi porta avanti la sua opera».

Marco Biagi nacque a Bologna il 24 novembre del 1950. Fu un celebre e stimato giuslavorista e accademico italiano che si occupò della riforma del lavoro, riconosciuto da molti come uno dei maggiori esperti in quel campo. Per il suo impegno venne assassinato da un commando di terroristi appartenenti al gruppo delle nuove brigate rosse che lo uccisero mentre rientrava in bicicletta nella sua casa di Bologna in via Valdonica, era il 19 marzo 2002. Circa un anno dopo sarebbe stata approvata la Legge che portava il suo nome.


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