CAFFÈ LUNGO: UNA NOTA (STONATA) SUL REGISTRO

Scritto da il 3 Maggio 2019

È notizia di ieri che un emendamento al ddl che introduce l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, approvato dalla Camera, abroga gli articoli dal 412 al 414 del Regio Decreto, che prevedevano note sul registro ed espulsioni alle elementari. Il mio primo pensiero è stato: “Già gli insegnanti vivono sempre più situazioni di bullismo da parte di studenti e genitori, adesso gli tolgono pure le note?”.

Il presidente della Commissione Cultura e Scuola della Camera, Luigi Gallo, ha affermato che il problema del bullismo nella scuola e quello delle violenze verso i docenti vanno affrontati con altre misure, parlando di assunzioni di personale nelle politiche sociali e presidi di legalità sul territorio. Posso pure essere d’accordo, ma che queste “altre misure” siano attuate davvero e al più presto. Come si può tollerare che nel 2019 gli insegnanti debbano vivere una sorta di trincea tra il bullismo di alcuni studenti e le inaccettabili violenze di alcuni genitori che, magari per un’insufficienza, sferrano un cazzotto al prof o al maestro di turno?

Si può contestare dicendo che le note sul registro siano anacronistiche (il Regio Decreto è del 1928), ma erano anacronistiche anche quando quelli della mia generazione andavano a scuola; le abbiamo prese e siamo cresciuti lo stesso. Con l’unica differenza che, una volta tornati a casa, dovevamo fare i conti coi nostri genitori e nessuna famiglia ha mai pensato di fare causa a un docente per una nota. Federico Bonati

 


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