Caffè Lungo: Dannato quieto vivere

Scritto da il 1 Luglio 2019

Non sono un sociopatico né un misantropo; mi considero più un onesto brontolone. Si tratta di un lato del mio carattere di cui non vado fierissimo (e sul quale negli anni ho lavorato parecchio per limare certi dettagli), che spesso mi porta a dover porgere delle scuse. Ci sono due cose, però, che faccio davvero fatica a mal sopportare: gli egocentrici e il quieto vivere, due realtà che spesso vanno di pari passo. Per chi conosce Rocco Schiavone, sto parlando di una rottura di coglioni del decimo grado.

Dicevamo di queste due realtà. Gli egocentrici, e recentemente ho dovuto condividere del tempo con esemplari di questa specie, sono convinti che il mondo graviti intorno a loro, una teoria “Io-centrica” che sovverte ogni possibile confutazione. Non perdono occasione di ribadirti i loro impegni (come se fosse di vitale importanza conoscerli), i loro traguardi, i loro orari, i loro pensieri, dando per scontato che tu sia lì a pendere dalle loro labbra. Vi svelo un segreto, cari egocentrici: non è così.

Perché anche noi, considerati nulla più che satelliti orbitanti dei soggetti di cui sopra, abbiamo agende piene, orari talvolta massacranti, pensieri intimi e profondi che ci fanno scaturire emozioni sincere, vite degne di essere vissute senza l’assillo di doverle raccontare per filo e per segno al malcapitato di turno. Cari egocentrici, non avete idea di quanti nostri momenti della vita, se solo raccontati, oscurerebbero i vostri, spesso avvolti da pomposa autoincensazione. Ma ciò non accade praticamente mai.

Colpa del quieto vivere. Un’etichetta imposta da fattori sociali secondo alcuni, una spada di Damocle con la quale sono costretti a convivere tutti coloro che non sono egocentrici secondo altri. Perché, diciamoci la verità, quanto sarebbe bello, di tanto in tanto, uscirsene come Aldo al cellulare col suocero in “Tre uomini e una gamba”? Appunto, sarebbe; la maggior parte delle volte, però, bisogna soprassedere, per amore del beato (e azzarderei pure dannato) quieto vivere. Federico Bonati 


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